Trieste, 6 mag - "A 49 anni dal tragico sisma del 6 maggio
1976, il primo pensiero va al dolore che la morte di quasi mille
persone provocò ai familiari delle vittime. Vi è poi la ferita
materiale delle case in macerie, delle fabbriche distrutte, dei
campanili crollati, delle infrastrutture sinistrate e lo
spaesamento di chi in pochi attimi aveva perso tutto, ma non
l'orgoglio di appartenere a una terra che ha impresso nel Dna il
valore della rinascita. Valore esaltato sia durante la fase
dell'emergenza, ove non dobbiamo dimenticare la solidarietà
corale giunta da tutta la nazione e dall'estero, sia nella
ricostruzione, caratterizzata dalla coesione sociale e dall'unità
d'intenti che coinvolse la cittadinanza, gli imprenditori, le
forze politiche, i corpi intermedi e gli apparati
tecnico-amministrativi e che scaturì in un percorso esemplare di
semplificazione legislativa, organizzativa e burocratica
all'insegna della sussidiarietà e del buon senso".
Lo ha dichiarato l'assessore regionale alle Infrastrutture e
territorio Cristina Amirante ricordando il terremoto del 1976 ed
evidenziando che "una classe di giovani amministratori, tecnici e
professionisti seppe dare il meglio di sé sul campo e proprio con
molti di loro siamo al lavoro nel ricostituito 'Comitato per
l'istituzione dell'archivio storico del terremoto e della
ricostruzione', che ci porterà nel 2026, anno in cui ricorrerà il
Cinquantesimo del sisma, a rendere disponibile alla collettività,
la documentazione tecnico-amministrativa e progettuale relativa
alle opere della ricostruzione, anche potendo fruire di un
archivio digitale.
Anticipando quanto verrà proposto nel 2026, l'assessore ha
spiegato che "stiamo operando, con la guida del Comitato, con il
supporto degli esperti dell'Università di Udine e con la preziosa
supervisione della Soprintendenza per digitalizzare i materiali
più simbolici e i documenti disponibili e mettere a punto il
portale 'La forza della terra', uno spazio ove raccogliere
testimonianze, memorie e narrazioni. Non un'operazione astratta
sulla migliore digitalizzazione possibile ma l'uso di uno
strumento di grande modernità per non far sbiadire il valore e la
memoria della ricostruzione".
Amirante ha quindi osservato che "qualsiasi traccia del terremoto
del Friuli può assumere una rilevanza fondamentale come modello
di riferimento, come base di conoscenza di estremo valore sotto
il profilo storico e sociale ma anche tecnico e amministrativo.
Il portale dovrà poi essere una narrazione e uno strumento a
disposizione di tutti, ma soprattutto a vantaggio delle giovani
generazioni e degli studiosi di tutto il mondo. Per non
dimenticare".
L'archivio sarà allestito a Palazzo Scarpa a Gemona del Friuli,
un immobile interessato da un processo di riqualificazione anche
grazie a risorse regionali.
ARC/COM/ma