Salute: Regione, professione infermieristica ha ruolo centrale
L'assessore delegato ha partecipato al Consiglio nazionale del
Nursind
Trieste, 21 mag - Superare i vicoli di un sistema sanitario
strutturato per un società regionale che, a causa del calo
demografico e dell'invecchiamento della popolazione, non esiste
più; affrontare con lealtà tra le parti il tema di una
riorganizzazione complessiva che riguarda anche le professioni,
le competenze e le risorse; andare oltre alle resistenze delle
rendite di posizione consolidate dalle distorsioni create
dall'immobilismo, innovando le regole in un settore in cui la
professione infermieristica ha un ruolo centrale.
Questo, in sintesi, il concetto espresso oggi a Trieste
dall'assessore regionale alla Salute nel corso del suo intervento
al Consiglio nazionale del Nursind, il sindacato autonomo degli
infermieri.
Come ha spiegato l'esponente della Giunta regionale - partendo
dalla considerazione generale che il Paese ha fallito nel
rapporto con il capitale umano delle pubblica amministrazione sui
temi delle carriere e delle retribuzioni legate alle
responsabilità -, la Regione ha voluto superare le diversità
generate dalle Risorse aggiuntive regionali (Rar) tra le aziende
sanitarie, al fine di garantire un'omogeneità per tutto il Friuli
Venezia Giulia. L'assessore ha anche ricordato l'abbattimento del
Fondo accessorio, che vincolava e irrigidiva il sistema, e ha
rimarcato il tema delle prestazioni aggiuntive che devono avere
delle regole più flessibili.
Il sistema sanitario regionale, che ogni giorno è sotto attacco
spesso gratuitamente, garantisce, come ha sottolineato
l'assessore, una buona risposta in termini di salute e alle
soluzioni date alle complessità. Il problema ricade nelle
prestazioni ordinarie perché c'è bisogno bisogno di
un'organizzazione diversa e in questo processo di cambiamento si
trovano ancora delle forti resistenze.
La necessità dell'azione riformatrice sta nelle cifre: da qui a
vent'anni, in regione sono previsti 100mila abitanti in meno (di
cui 9mila diciottenni) e un over 65 ogni due persone. Questo
rende urgente una riprogrammazione per la quale tutte le
componenti devono fare la loro parte, evitando le difese delle
singole rendite di posizione, perché il risultato finale deve
corrispondere alla soluzione dei problemi di un intero sistema e
non di un solo soggetto.
L'assessore, inoltre, ha rivendicato la battaglia vinta
sull'esclusività dell'attività di infermiere, con la possibilità
dello svolgimento della libera professione. Infine ha anche
rilevato come da parte della componente medica non vi siano degli
ostacoli conflittuali per un allargamento delle funzioni e delle
responsabilità in capo agli infermieri.
ARC/GG/al
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