Monfalcone, 22 set - Monfalcone è una città che vuole aprirsi
al mondo, a conferma di una identità e accanto alla capacità
produttiva che ha saputo esportare nel mondo a bordo delle tante
navi realizzate nei suoi cantieri, ormai un simbolo di una realtà
economica consolidata e che cerca di aprirsi alla cultura. Lo sta
rifacendo in questa ripartenza degli eventi anche con il festival
'Geografie', ripartenza resa possibile grazie al successo di
scelte efficaci, ancorché contrastate da tendenze oscurantiste
che vorrebbero farci ritornare indietro rispetto ai tanti passi
in avanti compiuti. 'Geografie' dimostra dunque concretamente la
volontà di questa comunità di dare una risposta concreta alla
necessità di ripartire anche e attraverso la cultura. Eventi come
'Geografie' vanno valorizzati e la Regione lo ha fatto e lo farà,
stando accanto a organizzatori che hanno saputo coniugare la
diffusione della conoscenza con la valorizzazione del luogo.
Lo ha affermato l'assessore regionale al Patrimonio, intervenendo
in rappresentanza del governatore del Friuli Venezia Giulia
all'inaugurazione del festival 'Geografie', che si svilupperà
fino a domenica attraverso incontri, momenti di riflessione e di
dibattito ed è imperniato sulla necessità di 'Scrivere la
terra-leggere la terra'.
Com'è stato detto sul palco della tensostruttura che ospiterà gli
eventi, nella piazza principale della città dei cantieri,
'Geografie' è infatti stato ideato attorno all'idea del viaggio,
nella consapevolezza del ruolo svolto dalla realtà industriale
locale anche per la conoscenza del globo.
Nei cantieri monfalconesi vengono infatti realizzate le grandi
navi che solcano i mari del mondo e che spesso fanno rientro
anche nelle acque dell'Adriatico dopo avere portato in
innumerevoli scali, anche i più remoti, le persone alla ricerca
della conoscenza dei territori e di approfondire la conoscenza
della geografia del globo, recando a bordo il messaggio che nasce
dalla loro origine, dal luogo dei cantieri di allestimento.
Una città industriale, dunque, che non per questo vuole
trascurare le opportunità di carattere culturale e la propria
identità offrendo ai cittadini, ha concluso l'assessore, le
possibilità di arricchirsi della conoscenza in seno a una realtà
che è crocevia di culture, storia, competenze.
Il festival si chiama 'Geografie', è stato specificato, perché
l'evento intende mettere in evidenza l'importanza della
conoscenza dei territori e delle realtà del mondo, in un momento
storico nel quale la geografia è stata addirittura eliminata come
materia di insegnamento dalle scuole superiori. Invece, come ha
evidenziato il giornalista e scrittore Antonio Caprarica, già
corrispondente della Rai da Londra, primo ospite del Festival,
essa è essenziale per comprendere la realtà e il momento nel
quale viviamo.
La geografia, ha detto, si impernia sulle carte, che sono fatte
di segni, di riferimenti relativi alle città, alle strade, ai
fiumi, alle montagne. Ma si può leggere anche attraverso i grandi
personaggi dell'epoca, spesso identificativi dei luoghi.
Uno di essi è la Regina Elisabetta II di Inghilterra, in carica
dal 1952, quindi, sul trono da prima che la gran parte della
popolazione mondiale nascesse e ormai un segno indelebile nella
storia e nella geografia dei luoghi. La Regina d'Inghilterra, ha
precisato, ed era questo il tema del suo intervento, è infatti
una sorta di totem di memoria e venerazione, non soltanto per il
popolo britannico, perché è un simbolo che va al di là dei segni
geografici.
ARC/CM/pph