Trieste, 9 lug - "Rete e multidisciplinarietà sono i fattori
fondamentali nella messa a disposizione del sangue cordonale, la
cui donazione è indolore, gratuita, volontaria e soprattutto può
salvare la vita di altre persone e per questo va ulteriormente
stimolata".
È il concetto espresso dal vicegovernatore del Friuli Venezia
Giulia con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, nella
conferenza stampa tenutasi oggi all'Irccs Burlo Garofolo di
Trieste sulla campagna di informazione in merito alla donazione
del sangue cordonale, sulla quale la Regione e l'Istituto di
ricerca e cura hanno messo a punto un progetto incentrato sul
dialogo informativo rivolto ai futuri genitori con il supporto di
due video.
All'incontro hanno preso parte, tra gli altri, il commissario
straordinario del Burlo, Francesca Tosolini, con il direttore
scientifico Fabio Barbone e il direttore dell'area Promozione,
Salute e Prevenzione del sistema sanitario regionale, Paolo
Pischiutti. Presente anche il direttore della Protezione civile
regionale, Amedeo Aristei.
Come spiegato nelle clip, le cellule del sangue cordonale
permettono di curare 80 malattie del sangue come la leucemia, i
linfomi e la talassemia e sono utili per la ricerca su altre
patologie ematiche. Dopo la 34. settimana di gravidanza,
l'ostetrica, nel corso di in colloquio con i futuri genitori,
illustra l'opportunità della donazione, che avverrà un minuto
dopo il parto: il cordone viene tagliato e il sangue cordonale
viene raccolto in una sacca che viene trasportata dalla
Protezione civile prima a Palmanova e di lì, attraverso un mezzo
dedicato, nell'apposita banca di Padova, dove viene conservato a
bassissima temperatura. I trasporti di sacche contenente sangue
cordonale, ha riferito Aristei, sono stati complessivamente 127
in tutta la regione nel 2018 e già 67 quest'anno.
Le donazioni al Burlo mostrano una ripresa, come hanno reso noto
i responsabili dell'Irccs, avendo superato nei primi sei mesi del
2019 il totale del 2018. Tuttavia "l'importanza del dono - ha
detto Riccardi - richiede uno sforzo di comunicazione ulteriore.
Qui le competenze della salute, secondo un paradigma che sarà
sempre più vincente, concorrono insieme; professioni sanitarie,
Protezione civile, cultura del dono, capacità della ricerca e
volontariato si alleano in un sistema senza compartimenti
stagni".
"Questo - ha concluso il vicegovernatore - ci fa pensare che,
quando parliamo di punti nascita, la cultura della vita non è una
questione di codici di avviamento postale su cui costruire
isolate fortune elettorali ma di qualità della salute e di
sicurezza di un'intera comunità regionale che chi governa
responsabilmente deve saper tutelare e promuovere".
ARC/PPH/fc
Il vicegovernatore regionale Riccardo Riccardi all'Irccs Burlo Garofolo di Trieste per la conferenza stampa sulla donazione del sangue cordonale
Foto ARC