Trieste, 23 lug - La riconversione industriale della Ferriera,
con la chiusura dell'area a caldo che nell'aprile scorso ha
segnato il primo passo verso la riqualificazione del sito, è
stata una battaglia che questa Amministrazione regionale ha
vinto, riuscendo a superare la storica contrapposizione tra chi
riteneva prioritario tutelare l'ambiente e chi invece resisteva
al cambiamento temendo una flessione dei livelli occupazionali.
Oggi si può affermare, alla luce dei dati Arpa e dell'Accordo di
programma sottoscritto, che sono stati compiuti enormi progressi
a salvaguardia tanto dei lavoratori quanto della salute dei
cittadini residenti nelle aree limitrofe all'impianto siderurgico.
È la valutazione del governatore del Friuli Venezia Giulia
compiuta di fronte allo studio dell'Agenzia regionale per la
protezione dell'ambiente (Arpa Fvg) sul comprensorio di Servola
nel periodo gennaio-giugno 2020, che evidenzia i cambiamenti
seguiti alla chiusura dell'area a caldo dell'impianto siderurgico.
Per la Regione, i primi dati emersi dalla relazione confermano
come la strada intrapresa sia quella giusta: è un risultato
apprezzabile, raggiunto anche grazie all'attivismo di tanti
cittadini di Servola i quali, con grande civiltà e senso di
responsabilità, riuniti in vari Comitati, non hanno mai smesso di
lottare per migliorare le condizioni di vita della loro comunità.
Come osservato dall'assessore regionale alla Difesa
dell'ambiente, il quadro fornito dai dati Arpa, seppure limitati
ai primi mesi successivi alla chiusura di cokeria, altoforno e
impianti correlati, evidenziano un miglioramento della qualità
dell'aria e la contestuale riduzione delle emissioni rumorose,
condizione che consente di compiere un'importante riflessione
sull'effettiva entità degli impatti ambientali che l'impianto
produttivo produceva sul tessuto urbano circostante e sull'intera
città di Trieste.
Le sostanze prodotte o legate al processo produttivo risultano, a
una prima verifica, oggettivamente ridotte a partire dalle
concentrazioni delle polveri sottili PM10, diminuite del 30 per
cento, così come la presenza di benzene i cui livelli - in
prossimità dello stabilimento - sono attualmente inferiori a
quelli registrati nelle aree più trafficate della città.
Ugualmente indicativo è il valore del benzoapirene, idrocarburo
legato alle fasi di preparazione del coke, di quattro volte
inferiore rispetto all'anno precedente e l'analisi di altri
inquinanti quali il monossido di carbonio e il biossido di zolfo
ridotti nelle concentrazioni medie, anche in considerazione del
fatto che, vista la chiusura dell'area a caldo, sono del tutto
assenti quegli episodi di picco che generavano disagi olfattivi,
più volte segnalati dagli abitanti della zona.
Completano un quadro che si configura per l'assessore più
vivibile sotto il profilo ambientale, la riduzione del fenomeno
di deposizione delle polveri, di quattro volte inferiore rispetto
ai valori registrati nel 2019 e la diminuzione delle emissioni
rumorose: a distanza di tre mesi, lo scenario acustico appare del
tutto mutato, in particolare per quanto riguarda le ore notturne.
Il monitoraggio proseguirà per studiare la dinamica degli
inquinanti fino ad aprile 2021 per raccogliere i dati necessari a
compiere una valutazione complessiva ed esauriente degli impatti
ambientali che comprenda un'intera stagionalità e confermi i
risultati incoraggianti delle ultime settimane.
ARC/CCA/al