Udine, 9 set - "L'economia del nostro Paese non sta vivendo un
momento positivo ma il terziario, anche in regione, ha una
capacità di tenuta migliore di altri comparti grazie a due
settori trainanti: i servizi e il turismo. Sebbene i dati
regionali sul settore turistico non siano ancora definitivi, le
località balneari potrebbero chiudere con il segno più pur avendo
risentito della riapertura di mercati quali quelli del turismo
del Nord Africa mentre il nostro entroterra, con le città e la
montagna estiva, cresce mostrando un incremento dei turisti. Si
tratta di un segno positivo per l'economia del Friuli Venezia
Giulia".
Lo ha detto l'assessore al Turismo del Friuli Venezia Giulia,
Sergio Emidio Bini, nel corso della conferenza stampa che si è
tenuta oggi nella sede della Cciaa a Udine, sull'indagine del
terziario in regione nel secondo trimestre 2019 dell'Osservatorio
di Confcommercio Fvg curata da Format Research e illustrata dal
direttore scientifico Pierluigi Ascani con la presenza del
presidente regionale di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo.
Pur commentando con soddisfazione il quadro positivo per le
imprese del turismo, l'assessore non ha nascosto le
preoccupazioni per un'economia in difficoltà: "dobbiamo
affrontare un periodo particolarmente difficile per l'economia
europea con un rallentamento della Germania che si avverte anche
in Fvg. Per far fronte a questo momento è necessario investire e
immettere risorse a favore delle attività economiche, vero volano
per il rilancio del Paese".
Se sugli investimenti legati al turismo si possono avere già
alcuni primi riscontri positivi "con imprenditori locali e
soprattutto stranieri che investono capitali in regione anche
grazie alla politica messa in atto dall'Amministrazione
regionale" ha detto Bini, sul commercio l'esponente della Giunta
ha invece rilevato dei profondi cambiamenti dettati anche
dall'avvento delle nuove tecnologie che fanno emergere la
necessità, per la Regione, di supportare i commercianti nel
rinnovamento del settore.
Bini ha ricordato, inoltre, i prossimi impegni della Giunta
regionale per favorire crescita e sviluppo, fra questi la
rivisitazione di RilanciaImpresa per rispondere alle nuove
richieste delle aziende attraverso SviluppoImpresa, "norma che
stiamo costruendo anche con la proficua collaborazione delle
associazioni di categorie per intervenire su alcune criticità,
fra cui le difficoltà per le piccole e micro imprese di accedere
al credito".
Come evidenziato dall'indagine, sono proprio le micro e piccole
imprese ad essere più colpite sul fronte del credito: a metà 2019
si assiste a un calo della domanda di credito e delle risposte
positive. Nel secondo trimestre 2019, il 28,1% delle imprese del
terziario del Fvg si è recata in banca per chiedere un fido, un
finanziamento o la loro rinegoziazione (-1,5% rispetto a 12 mesi
fa). Di queste, il 48,2% ha ottenuto il credito richiesto con
ammontare pari o superiore a quello desiderato, il 20% ha
ottenuto il credito con un ammontare inferiore, il 12,1% si è
vista respinta la richiesta, il 19,7% è ancora in attesa di
risposta.
"Rivedremo la mission degli strumenti quali Finest, Frie, Friulia
per renderli più appetibili a questa tipologia di impresa che è
la maggioranza in regione - ha aggiunto -; potenzieremo ad
esempio l'operatività del Frie ed esamineremo la possibilità di
erogare dei contributi a fondo perduto. Agiremo, poi, sulla
fiscalità e sul welfare aziendale. Atiamo lavorando per trovare
le soluzioni per superare il de minimis e per potenziare il
sistema dei Confidi con l'obiettivo di aumentare il sostegno alle
imprese".
L'indagine ha messo in luce, nel secondo trimestre del 2019 e
relativamente alle imprese del terziario del Friuli Venezia
Giulia, una flessione del clima di fiducia circa l'andamento
dell'economia italiana (l'indicatore cala da 38,5 a 34,7, con
previsione 34,0 al 30 settembre). Allo stesso modo, è peggiorata
la fiducia delle imprese del terziario anche relativamente
all'andamento della propria impresa (indicatore da 46,5 a 45,4 e
flessione pure al 30 settembre a 44,6). A mostrarsi più
pessimiste sono le imprese del commercio.
Nel secondo trimestre è peggiorato anche il livello dei ricavi
(indicatore da 43,2 a 42,4). La previsione al 30 settembre mette
in luce ulteriori rischi al ribasso (indicatore 42,0), anche a
causa di una stagione di saldi che non è bastata a recuperare il
calo di vendite primaverili.
Più positivo il quadro per le imprese del turismo (valore
aggiunto sul totale del terziario pari al 5,1%), che fanno
segnare un indicatore dei ricavi nettamente superiore alla media
del terziario (58,3, con aumento del 50% negli ultimi 4 anni, vs
42,0). Non a caso, i dati dei primi sei mesi del 2019 fanno
segnare un incremento di arrivi e presenze (specialmente grazie
al contributo dei turisti stranieri, che hanno fatto segnare un
+3,6% in fatto di arrivi e un +4,9% di presenze).
"Si tratta di una fotografia che conferma un trend consolidato -
ha commentato il presidente regionale di Confcommercio Fvg
Giovanni Da Pozzo -. Il commercio al dettaglio è in profonda
sofferenza. Lo penalizzano la pressione fiscale e la burocrazia,
oltre a un clima di sfiducia e di preoccupazione alimentato
dall'instabilità della politica nazionale. Il turismo, invece,
anche grazie al fattore innovazione e, in regione, a lungimiranti
contributi pubblici per l'adeguamento delle strutture, riesce a
reggere e a migliorare le performance".
Fra gli ulteriori dati dell'indagine, riferiti al secondo
trimestre 2019, emerge che sono nate in Fvg 255 imprese
dell'industria e 442 imprese del terziario, a fronte della
cessazione di 268 imprese dell'industria e di 500 imprese del
terziario.
Allargando il campo di analisi all'ultimo decennio, si
evidenziano le migliori performance delle imprese del terziario
in termini di resilienza alla crisi economica.
Dal 2010 le imprese dell'industria hanno fatto segnare un
decremento dell'11% in termini di unità economiche esistenti sul
territorio, provocando una desertificazione del comparto seconda
solo a quella delle imprese dell'agricoltura (-25%).
Di contro, il terziario ha tenuto (-1%) sebbene il risultato si
posizioni al di sotto della media nazionale (+5%) e non uniforme
a tutti i settori: le imprese del commercio sono diminuite del
-10%, a fronte dell'incremento delle imprese dei servizi (+5%) e
del turismo (+10%). In linea generale, il ruolo del terziario è
evidente analizzando il contributo in termini di valore aggiunto:
rappresenta il 72% dell'economia complessiva del Fvg.
Quanto alle nuove tecnologie, la ricerca mette in evidenza come,
nel 2018, il 70% delle imprese del terziario del Fvg dispone di
un sito web aziendale. Di queste, il 61% lo utilizza come sito
istituzionale, il 16% come sito di e-commerce, il 14% come sito
di informazione, il 9% come blog. Tra coloro che lo utilizzano
come sito di e-commerce, il 23% ha visto incrementati i propri
ricavi derivanti dall'attività sul web nel 2018 rispetto al 2017.
ARC/LP/fc
L'assessore al Turismo del Friuli Venezia Giulia, Sergio Emidio Bini, nel corso della conferenza stampa sull'indagine del terziario in regione nel secondo trimestre 2019 dell'Osservatorio di Confcommercio Fvg curata da Format Research con il presidente regionale di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo e il direttore scientifico Pierluigi Ascani.
Foto Regione FVG