Trieste, 9 mag - "Ci eravamo lasciati a novembre dello scorso
anno con un pakistano che denunciava maltrattamenti da parte
della polizia italiana al limite delle sevizie, i nostri agenti
dipinti come dei criminali e l'Italia considerata quale stato
canaglia: quattro mesi dopo si scopre che senza ombra di dubbio
era tutto incredibilmente falso. Mi auguro che a tale notizia
venga dato adeguato risalto".
Lo ha afferma oggi l'assessore del Friuli Venezia Giulia alla
Sicurezza Pierpaolo Roberti.
"All'epoca il caso, denunciato con il supporto delle associazioni
locali e dei suoi massimi esponenti, Gianfranco Schiavone in
primis, aveva creato un terremoto giudiziario e mediatico.
Sull'onda di quella bufala le riammissioni in Slovenia furono
dichiarate illegittime. Ora - ha aggiunto l'assessore regionale
alla Sicurezza - mi auguro che ci sia lo stesso clamore, per la
dignità di chi serve il proprio Paese con una divisa, ma anche
per giustizia e onore di verità".
"Infine - ha concluso Roberti -, ed è quello che chiederemo
subito al Governo, si ripristinino da subito i respingimenti
secondo le modalità adottate fino alle fine dello scorso anno e
si faccia luce su denunce pubbliche che hanno leso l'onorabilità
degli organi dello Stato e delle istituzioni tutte, chiarendo se
le bugie del pakistano siano state dette in piena autonomia o
suggerite da qualche abile manovratore".
ARC/PPH
L'assessore regionale alla Sicurezza Pierpaolo Roberti
Foto Regione FVG
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