Monfalcone, 27 ott - "Un evento che riesce a far riflettere sui
valori di una generazione che si è sacrificata combattendo per
permettere a tutti noi di vivere il nostro Paese come oggi lo
conosciamo: consentendo a tante persone di poter mantenere la
propria identità, le proprie radici familiari grazie alla
restituzione di territori divisi da un confine, prima che il
sacrificio di 650 mila soldati italiani valesse a liberarli. Un
evento, quello odierno, che mette in luce il significato di che
cosa rappresenti la scelta di combattere per la difesa della
propria Patria, ma che nel contempo mette in risalto i valori
della pace e della solidarietà. Valori fondanti della nuova
Europa alla quale apparteniamo assieme ai popoli contro i quali,
in altre epoche, abbiamo combattuto; fieri di aver difeso i
diritti della nostra gente e le nostre origini antiche, che si
leggono nella storia del continente. Valori, che dobbiamo
continuare a preservare senza che questo percorso possa essere
male interpretato e confuso con le sterili e semplici
manifestazioni ascrivibili al nazionalismo o al mero
campanilismo".
Sono questi, in sintesi, i concetti espressi dall'assessore
regionale al Patrimonio del Friuli Venezia Giulia, Sebastiano
Callari, intervenuto a Monfalcone alle cerimonie che hanno
accompagnato l'arrivo della Staffetta Cremisi nella città dei
cantieri, penultima tappa dell'evento simbolico ideato
dall'Associazione Bersaglieri d'Italia per ricordare, attraverso
un percorso che collega Trento a Trieste e proseguirà domani ad
Aquileia per concludersi a Roma, il centenario del riconoscimento
e della istituzione della figura del Milite ignoto, avvenuta al
termine della Grande Guerra.
La tappa di Monfalcone, aveva evidenziato il sindaco, Anna Maria
Cisint, è particolarmente significativa perché la città si è
trovata sul fronte dei combattimenti per l'intera prima guerra
mondiale.
L'evento odierno, ha detto Callari nel portare il saluto della
Regione e del Governatore Fedriga, è rivolto soprattutto ai
giovani (presente una scolaresca) affinché il ricordo dei tragici
eventi della Grande guerra possa divenire un messaggio di pace da
tramandare di generazione in generazione e sappia stimolare la
ricetta per un mondo migliore.
"Sicuramente - ha aggiunto l'assessore - se un secolo fa qui si
vivevano momenti drammatici e oggi possiamo essere protagonisti
di una vita migliore, lo dobbiamo a quanti si sono sacrificati,
combattendo, per permetterci di conoscere e riconoscere la nostra
identità, di capire cosa rappresenti il significato del termine
nazione e di quanto sia fondamentale nella vita di ogni giorno".
Purtroppo, ha precisato Callari, oggi qualcuno mette in dubbio il
significato dell'essere nazione, parla del nazionalismo come di
un concetto sbagliato, ma non è così.
Essere nazione, ha affermato l'assessore, significa poter portare
dentro di sé il proprio nome e cognome, il nome e cognome della
propria famiglia: ora, se possiamo dire di essere italiani è
perché coloro che hanno combattuto per noi hanno fatto sì che
possiamo essere orgogliosi della nostra identità.
Il Milite Ignoto, ha concluso Callari, rappresenta questi valori
attraverso un'immagine ideale, senza volto né un corpo
identificabili: è l'anima e l'immagine di un popolo e costituisce
la sintesi del concetto di come sono fatti gli italiani; egli
reca un messaggio fondante, da tramandare nel tempo, sinonimo di
un popolo che è fiero di vantare la sua storia antica, ricca di
cultura.
ARC/CM/gg
ALcune immagini della partecipazione dell'Assessore regionale al Patrimonio, Sebastiano Callari, all'arrivo della Staffetta Cremisi a Monfalcone.
allegato (foto)
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