Trieste, 14 mar - "I numeri si contano, ma si devono anche
pesare: sul mercato del lavoro, un'analisi seria non può infatti
prescindere dalla qualità degli impieghi. Ecco perché i dati
occupazionali vanno sempre valutati sulla base della stabilità e
della correttezza della retribuzione."
Così l'assessore regionale Alessia Rosolen, nel commentare i dati
Istat relativi al quarto trimestre 2018.
"Il 2018 ci consegna numeri buoni - spiega Rosolen - ma la
lettura politica non deve essere superficiale. Il vero tema è la
qualità del lavoro: per troppo tempo, sono state ammesse formule
contrattuali discutibili che hanno prodotto solo precarietà. Uno
dei punti nevralgici riguarda il lavoro femminile e l'esigenza di
creare le condizioni affinché vita privata e vincoli
occupazionali possano coesistere, aggredendo il fenomeno del part
time 'imposto', che penalizza proprio la componente femminile
nella conciliazione tra famiglia e lavoro".
Entrando nel dettaglio delle cifre, Rosolen osserva come nel
corso del 2018 l'occupazione media sia stata di 510.768 unità, a
fronte dei 505.187 del 2017. "Si tratta - evidenzia l'assessore -
di 5.600 occupati in più, per un incremento annuale pari a
+1,12%, del tutto in linea con il nord-est (+1,12%) e superiore
rispetto alle tendenze nazionali (+0,73%)."
L'incremento maggiore nei valori medi si deve ancora alla
componente femminile, che nel 2018 raggiunge quota 226.117
occupate (+3.710, +1,67%), mentre i maschi sono 284.652 (+1.938
unità, +0,69%). Permangono invece i gender gap tra maschi e
femmine, soprattutto dal punto di vista della qualità e della
stabilità dell'occupazione femminile. Il tasso di occupazione
femminile si attesta infatti, nel 2018, al 59,5% (+1,11%), mentre
quello maschile viaggia sul 73% (-0,04%). "Sappiamo - commenta
Rosolen - che sulla componente femminile pesa ancora molto la
quota part-time, soprattutto involontaria, prossima o
immediatamente successiva alla maternità".
Rosolen ricorda inoltre che "la giunta sta investendo per
garantire contribuiti a chi assume in pianta stabile e ha già
previsto misure specifiche per le imprese che offrono un
contratto a tempo indeterminato alle mamme. Lavoro stabile e
famiglia sono due priorità: quando si parla di lavoro, di reddito
e di famiglia, la superficialità non è ammessa".
Quanto al reddito di cittadinanza, "deve essere chiaro che si
tratta di una misura studiata e voluta dal governo centrale. Come
amministrazione regionale, noi siamo tenuti ad applicare le
regole, nel modo più puntuale e preciso possibile. Sulla gestione
di questo strumento permangono tuttavia numerosi punti
interrogativi".
Secondo Rosolen, una cosa è tuttavia sicura: "i beneficiari della
nuova misura governativa perderanno il diritto a percepire la
Mia".
Chiarito anche il ruolo di Insiel che, alla luce del fatto che la
parte informatica del RdC fa capo a portali nazionali
espressamente dedicati, dovrà farsi carico di un progressivo
rafforzamento dei sistemi informativi per quanto attiene alla
Direzione Lavoro regionale.
L'assessore rimarca infine che "per il Friuli Venezia Giulia sono
previste 21 nuove assunzioni nei Centri per l'Impiego", e che
"nuovi innesti arriveranno anche dal concorso che si terrà nei
prossimi mesi, per il quale la Regione ha ricevuto oltre 2mila
domande".
Anche su questo fronte, sarà tuttavia necessario attendere
ulteriori elementi da Roma.
ARC/DFD
L'assessore all'Istruzione e Lavoro del Friuli Venezia Giulia Alessia Rosolen
Foto Regione FVG