Manzano, 1 set - Dare dignità e autonomia alle persone con
disabilità intellettiva mettendole al centro di progetti come
quello presentato oggi, capace di creare rete con il territorio e
le associazioni e di generare un'inclusione sociale e lavorativa.
E' uno dei concetti espressi dall'assessore regionale alle
Risorse agroalimentari del Friuli Venezia Giulia durante la
presentazione del "Progetto Diversamente DOC si evolve:
dall'inclusione sociale all'inclusione lavorativa".
L'iniziativa è stata illustrata, oggi, nella cantina Colutta, a
Manzano, dalla presidente dell'associazione nazionale famiglie di
persone con disabilità intellettiva e/o relazionale Udine onlus
(Anffas) Cristina Schiratti, con Federico Camporese de I Bambini
delle fate, il titolare dell'azienda vinicola Giorgio Colutta e
alla presenza dell'assessore regionale che ha espresso
soddisfazione e gratitudine per un progetto iniziato dieci anni
fa, che si evolve e che dà risposte alle fragilità.
Nel suo messaggio, l'esponente della Regione ha sottolineato
l'importanza di sostenere progetti che mettono al centro la
persona con fragilità, che non sono fini a se stessi ma utili a
migliorarne la qualità della vita.
Le difficoltà nel portare avanti questi percorsi sono spesso
anche di natura normativa ma gli ostacoli si possono superare,
secondo l'assessore regionale, quando si è capaci di cogliere il
fine ultimo quello cioè di dare dignità e autonomia alle persone.
Lavorando assieme con chi dimostra di avere le caratteristiche e
le capacità per fare in modo che vi sia una reale inclusione
sociale e lavorativa, il mondo cambia in meglio.
Il percorso per avviare queste esperienze, di cui quella
presentata oggi è un esempio positivo, secondo il rappresentante
della Giunta, si trova quando l'obiettivo non è il progetto in
quanto tale ma le ricadute positive che è in grado di generare.
L'esperienza ha confermato, infatti, che le persone con
disabilità intellettiva riportano una qualità di vita superiore
quando sono occupate nel mercato del lavoro ordinario piuttosto
che in forme di occupazione protetta ma soprattutto l'inserimento
lavorativo significa permettere alla persona con disabilità
intellettiva di vivere un percorso consapevole di cittadinanza
attiva e di partecipazione sociale.
Dopo dieci anni, quindi, il progetto "Diversamente DOC" si evolve
dall'inclusione sociale a una vera e propria inclusione
lavorativa delle persone coinvolte; come è stato spiegato, esso
prevede l'inserimento di persone con disabilità intellettiva nel
mondo del lavoro agricolo con l'obiettivo di svilupparne le
capacità lavorative rispettandone i tempi e le specificità. Uno
scopo importante tenendo conto, come ha riferito Cristina
Schiratti, che il 75% delle persone con disabilità intellettiva è
fuori dal mondo del lavoro.
Il coinvolgimento dei 15 ragazzi andrà dalla vendemmia
all'imbottigliamento del vino passando per la cura dell'immagine
del prodotto che poi andranno a presentare.
Lo scopo ultimo, con l'adesione di un gruppo di imprenditori,
come ha spiegato Colutta, è quello di creare una cooperativa
sociale per dare continuità all'inserimento lavorativo impiegando
i ragazzi nelle varie attività che non saranno solo nell'ambito
agricolo.
A manifestare l'importanza del lavoro è stata anche Francesca,
una delle ragazze che ha già preso parte alla vendemmia negli
scorsi anni, che ha raccontato la sua esperienza con puntualità e
competenza.
Camporese ha invece valorizzato la valenza costruttiva
dell'esperienza messa in capo che, fin dai primi passi, ha saputo
offrire una prospettiva vera per un domani indipendente dei
ragazzi coinvolti.
ARC/LP/gg