Udine, 2 mar - Per un welfare generativo, la co-progettazione e
la collaborazione tra le istituzioni e le realtà della
cooperazione sociale, delle imprese sociali e afferenti il Terzo
settore, sono fondamentali: il loro sviluppo - su quella che
ormai è una base storica di grande e proficua collaborazione -, è
imprescindibile, a fronte di un momento storico di profonda
mutazione e delle necessità che comporta la permacrisi che la
nostra società vive a tutto tondo, in particolare nel settore
salute.
Questi i concetti espressi dal vicegovernatore con delega alla
Salute del Friuli Venezia Giulia che, ieri pomeriggio, è
intervenuto a Udine al convegno "La tastiera degli strumenti e le
novità per l'affidamento dei servizi di welfare: il dialogo tra
la pubblica amministrazione e la cooperazione sociale"
organizzato da Confcooperative Federsolidarietà Friuli Venezia
Giulia - Alpe Adria - Pordenone, cui hanno preso parte numerosi
referenti del mondo della cooperazione sociale, esperti nazionali
e il sindaco di Udine.
L'esponente dell'Esecutivo ha sottolineato come siano
fondamentali, per garantire il diritto costituzionalmente sancito
alla salute a tutta la popolazione - oggi e nel medio e lungo
periodo -, un costante dialogo che abbia sempre le connotazioni
dell'utilità positiva, la sussidiarietà e la
corresponsabilizzazione delle parti.
Il confronto costruttivo e proattivo tra l'Istituzione e le
realtà territoriali del Terzo settore e della cooperazione
sociale - questo il concetto espresso dal vicegovernatore - hanno
permesso già in passato, in Friuli Venezia Giulia, di varare una
legge regionale pionieristica, la 41 del '96, nata dal territorio
per il territorio, frutto di ingegno, di esperienza e di un
talento maturati al di fuori dell'Istituzione, in particolare a
tutela delle fasce più fragili della popolazione. L'eredità dei
suoi innovativi contenuti è stata raccolta, modernizzata e
attualizzata dalla recente norma approvata in Consiglio regionale
sulla Disabilità.
L'esponente della Giunta ha sottolineato come l'Istituzione debba
fare il proprio dovere, certificando e garantendo oggi i modelli
delle esperienze di successo che si sono sviluppate all'esterno
dell'alveo pubblico - rispondendo di fatto con puntualità e
appropriatezza alle domande di salute provenienti dalla comunità,
ancor prima che il settore venisse normato a livello nazionale -
senza burocratizzarle, in un necessario e quanto mai urgente
processo di desanitarizzazione. Questo per permettere di
rispondere ad acuzie e all'emergenza-urgenza in modo efficace e,
al contempo, di affrontare il grande tema della cronicità con
armi nuove e senza paura di fare scelte diverse, di proporzioni
profonde, ormai inderogabili, consci che daranno i loro frutti
nel medio e lungo periodo.
ARC/PT/pph