Trieste, 20 feb - Affiancare i pazienti e i loro familiari nel
momento delicato delle dimissioni dall'ospedale, dopo una fase
acuta, individuando un percorso che garantisca la prosecuzione
delle cure e il recupero dell'autonomia. E' uno dei pilastri
della riforma sanitaria in Friuli Venezia Giulia che, grazie
all'integrazione tra ospedale e servizi sul territorio (aziende,
distretti, medici di medicina generale) consente di attivare
procedure di 'dimissioni protette', ovvero il passaggio
organizzato da un percorso di cura a un altro, sempre di qualità,
per garantire continuità dell'assistenza dopo il ricovero
ospedaliero. Un percorso che si applica in particolare ai
pazienti più fragili, prevalentemente anziani, affetti da più
patologie croniche, talvolta da limitazioni funzionali e
disabilità, che spesso passa da un periodo di degenza in una
residenza sanitaria assistenziale (Rsa).
Si tratta di strutture residenziali destinate a fornire
assistenza continuativa ad elevato contenuto sanitario e a
prevalente indirizzo riabilitativo, di cui l'Amministrazione
regionale ha progressivamente sviluppato l'offerta.
Ne è un esempio l'Rsa attiva con 38 posti letto da tre anni nel
comprensorio del Sanatorio triestino, storica casa di cura
fondata 120 anni fa e accreditata al Servizio sanitario regionale
dal 1981.
Secondo la presidente della Regione - che oggi, accolta dalla
presidente Bruna Giamperlati Catalani e dall'ad Salvatore
Guarneri ha visitato la struttura, incontrando molti
professionisti che vi lavorano - con l'aumento delle malattie
croniche va ancora rafforzata la presenza di posti letto in Rsa.
Quando infatti dopo un ricovero ospedaliero il rientro al proprio
domicilio non è subito possibile, la presenza sul territorio di
strutture intermedie come le Rsa diventa fondamentale per non
lasciare soli i pazienti e aiutare le famiglie.
Nel corso della visita è stata quindi rimarcata la forte
collaborazione tra pubblico e privato che, come appunto nel caso
delle Rsa ma anche per diverse specialità mediche e attività
chirurgiche, consente sinergie, scambio di esperienze e
competenze per accrescere complessivamente la qualità della
sanità in Friuli Venezia Giulia.
Dunque una sanità che non si divide tra pubblico e privato ma che
si misura sempre ed esclusivamente sulla qualità delle
prestazioni. In un contesto in cui il privato accreditato fa
parte del sistema sanitario regionale, in maniera concretamente
integrata e sussidiaria.
Nell'occasione è stato ricordato che il Sanatorio triestino è
anche il principale azionista di TermeFvg, la società regionale
che ha iniziato a gestire le terme di Arta per poi occuparsi in
prospettiva anche di quelle di Monfalcone, in un'ottica di
rilancio dei due stabilimenti, puntando al wellness anche in
collaborazione con PromoTurismoFvg.
ARC/PPD/ep