Udine, 2 apr - C'è una casa per ventisette dei trenta cuccioli
di cane trasportati illegalmente e rintracciati a metà marzo
dalla Polizia stradale del Friuli Venezia Giulia e dai forestali
del Nucleo operativo per l'attività di vigilanza ambientale
(Noava) del Corpo forestale regionale durante un'operazione
contro il traffico di animali condotta con l'ausilio e la
collaborazione del Coa - Centro operativo autostradale.
Al momento del sequestro i cuccioli si trovavano in un furgone
proveniente dall'Est Europa in evidenti condizioni di
maltrattamento, tanto che nonostante le cure dei veterinari
dell'Azienda sanitaria Asufc alcuni non sono sopravvissuti ai
primi dieci giorni di "sequestro sanitario".
In una nota congiunta di Noava e del compartimento di Polizia
stradale regionale si spiega che l'origine sconosciuta e le
condizioni critiche di questi animali ne determinano un'estrema
fragilità e la necessità di cure particolari per ogni singolo
individuo. Per queste ragioni, sono state cercate persone
disponibili ad accoglierli in custodia giudiziaria.
La scelta sull'affidamento in custodia è stata fatta sulla base
delle domande pervenute presso il canile contumaciale di Udine,
inserite nel "Registro dei possibili affidatari di animali
oggetto di sequestro". Sono andati in custodia 3 bassotti, 4
barboncini, 2 chiwauwa, 2 golden retriver, 4 spitz, 3 bulldog
francese, 6 shitzu e 3 chowchow. Va comunque segnalato che alcuni
animali sono ancora in condizioni precarie di salute e
necessitano di attenzione e cure particolari in quanto
fisicamente deboli e provati dalle conseguenze del trasporto in
condizioni non idonee.
Si ricorda inoltre, a chi fosse interessato, che per accedere al
registro è necessario presentare domanda citando il registro
degli affidi presso lo stesso canile, i cui contatti sono
disponibili sul sito dell'Azienda sanitaria competente per
territorio.
Con questa ulteriore operazione, si consolida il rapporto di
collaborazione tra la Polizia stradale ed il Corpo forestale
regionale, in particolar modo con il Nucleo operativo per
l'attività di vigilanza ambientale, che si concretizza in
maggiori controlli e più approfondite attività d'indagine, sempre
con il necessario ed importante supporto dei veterinari delle
Aziende sanitarie.
Va ricordato che il commercio illegale degli animali d'affezione,
oltre alle condizioni di maltrattamento degli animali, alimenta
un elevato giro d'affari proveniente soprattutto dall'Est Europa
che è necessario contrastare con determinazione ma anche e
soprattutto con campagne di prevenzione e di sensibilizzazione.
La spinta economica è data dalla notevole richiesta italiana per
l'acquisto di cuccioli di razza a un costo minore ma i cuccioli
provenienti dall'Est, quasi mai accompagnati da pedigree
riconosciuto in Italia, non sono di razza e provengono da
allevamenti tutt'altro che accreditati, nei quali, gli incroci
sono finalizzati solo alla produzione intensiva e alla vendita a
basso costo, non rispettando naturalmente nemmeno i protocolli
sanitari.
ARC/Com/SSA/ep
Uno dei cuccioli dati in affido