Shoah: pietre d'inciampo, per ricordare e tramandare la memoria
Trieste, 23 gen - Ogni nome di un deportato salvato dall'oblio
rappresenta una vittoria contro la morte e contro chi volle
ridurre uomini, donne e bambini ad un numero tatuato sul braccio.
Questa le riflessione emersa oggi a Trieste da parte della
Regione in occasione della posa delle prime 16 pietre d'inciampo:
piccoli blocchi ricoperti di una lastra di ottone in memoria dei
deportati nei campi di sterminio.
L'appuntamento, a cui ha partecipato la presidente della Regione
Friuli Venezia Giulia, è compreso nel calendario delle iniziative
promosse dalla Comunità ebraica di Trieste e dal Museo Carla e
Vera Wagner per la Giornata internazionale della Memoria.
Autore materiale dell'evento l'artista Gunter Demnig, il quale,
oltre ad aver ideato il progetto, ha posato le pietre del
percorso "Stolpersteine" (in lingua tedesca, "ostacolo") in
quattro punti della città, ognuno di questi dedicato alle
famiglie vittime della Shoah: Berger Montanari (piazza Giotti),
Marcheria (piazza della Borsa), Vivante (piazza Cavana) e Carlo
Morpurgo (davanti alla Sinagoga), che fu segretario delle
Comunità del periodo dell'occupazione nazista.
Particolarmente significativa, nell'ottica di una conservazione
del ricordo attraverso le nuove generazioni, la collaborazione
offerta dagli studenti del Liceo Petrarca, i quali, utilizzando
lo strumento del progetto di alternanza scuola-lavoro, hanno dato
voce alle testimonianze di chi sopravvisse al genocidio
perpetrato nei lager.
Nel corso del suo intervento, il rabbino capo della Comunità
ebraica di Trieste, Alexander Meloni, ha ribadito il concetto in
base al quale il lavoro della memoria "non consiste solo nel
ricordare, ma nel fare di questi ricordi un patrimonio della
società per non ripetere i tragici errori del passato".
Approfondendo il tema delle responsabilità il rabbino Meloni,
riferendosi alla complicità del regime fascista italiano con
quello nazista, ha detto che "se non si riconoscono quelle che
sono state le colpe non si può fare un'opera completa di
memoria".
"Lo scopo di questa pietra - ha spiegato il rabbino Meloni - è
fondamentale: quello di farci inciampare intellettualmente, per
indurci a ricordare quello che è stato il nostro passato. Una
volta fatto ciò, abbiamo il compito di trasmettere la memoria ai
giovani".
Da parte sua l'Amministrazione regionale ha ricordato
l'importanza che la Comunità ebraica ha ricoperto nella storia di
Trieste: l'esempio di un rapporto positivo che ha generato
sviluppo in molti campi e benessere per l'intera collettività
cittadina. Inoltre, come è stato rimarcato, proprio
l'edificazione della Sinagoga (una delle più grandi d'Europa) ha
rappresentato il culmine dell'integrazione nel mantenimento
nell'affermazione dell'identità.
Infine, il presidente della Comunità ebraica di Trieste,
Alessandro Salonichio, ha parlato di una Giornata della Memoria
che quest'anno coincide con un momento molto difficile, in cui
riemergono episodi di razzismo e di intolleranza, "con parole -
ha concluso - che non volevamo più sentire".
ARC/GG/ep
Pietre d'inciampo, per ricordare e tramandare la memoria