Editoria: Regione, archivio Il Piccolo patrimonio e memoria del Paese
Trieste, 27 apr - Il Piccolo è un patrimonio non solo di
Trieste, ma dell'Italia e della storia europea per quello che ha
raccontato e continua a raccontare.
Lo ha sottolineato il governatore del Friuli Venezia Giulia al
termine dell'evento di presentazione nel palazzo della Regione
dell'Archivio storico digitale del Piccolo, una piattaforma con
più di 56 mila edizioni dal 1881, anno della fondazione, al 2010
e 550 mila pagine on line da oggi e consultabili gratuitamente.
Alla complessa raccolta e digitalizzazione delle copie cartacee
hanno collaborato, oltre al quotidiano e al suo editore, il
gruppo Gedi, la Regione Friuli Venezia Giulia attraverso Erpac e
il Comune di Trieste con la Biblioteca civica Hortis. Le copie
cartacee non in possesso della Hortis sono state fornite dalla
Biblioteca Stelio Crise di Trieste e dalla Biblioteca nazionale
di Firenze.
Negli interventi degli ospiti presenti all'evento è stato
evidenziato come l'archivio sia un "capitale di memoria" a
disposizione di tutti, una "grande opera di restituzione alla
comunità", fatto questo quanto mai decisivo in una società
minacciata nell'esercizio del giudizio e della ricerca di verità
dalla propaganda degli autoritarismi.
Il governatore, intervenendo al termine di una conversazione sui
rischi della situazione politica internazionale, sul ruolo del
giornalismo nel racconto di una guerra e nel contrasto alla
propaganda dei regimi autoritari, ha evidenziato come la società
abbia riscoperto in tempi recenti il valore di un'informazione
sottoposta al vaglio dalla responsabilità. In un mondo in cui sui
social, in rete, tutti possono dichiarare falsità o pubblicare
fake news senza risponderne personalmente, i giornalisti - ha
rilevato il governatore - hanno il ruolo delicato di incarnare la
libertà di raccontare la verità responsabilmente.
Una responsabilità che è richiesta anche alle democrazie, ha
aggiunto l'esponente della Giunta regionale perché ciò che serve
è che le democrazie occidentali si mettano in discussione,
chiedendosi quotidianamente se la rappresentatività funziona e
quale sia la loro capacità di dare risposta alle esigenze dei
cittadini, altrimenti i totalitarismi continueranno a trovare
spazio nell'opinione pubblica.
L'assessore regionale alla Cultura ha manifestato invece
l'orgoglio per aver contribuito attraverso Erpac - che ha
finanziato con 200 mila euro il progetto e che è stata
responsabile del processo di scansione digitale delle copie
storiche del quotidiano e del relativo intervento di
metadatazione documentale - a mettere disposizione, non solo
della città e della regione, ma del Paese intero importanti
tasselli di storia che aiuteranno a capire il Secolo breve e le
tragedie sopportate da queste terre.
ARC/EP/al
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