Trieste, 18 feb - "La Regione è al lavoro con le delegazioni
trattanti per la definizione del nuovo contratto di comparto che,
anche attraverso il confronto con la Corte dei Conti, ci
consentirà di superare alcune criticità relative agli equilibri
del costo del personale. In ogni caso, la spesa del comparto non
è aumentata e solo dal 2018 al 2020 la Regione ha perso seicento
dipendenti".
Questo uno dei passaggi salienti dell'intervento dell'assessore
regionale alla Funzione pubblica, Pierpaolo Roberti, tenuto oggi
in Aula nella discussione sulla relazione della prima commissione
consiliare competente rispetto al "Rapporto di coordinamento
della finanza pubblica-Monitoraggio sul costo del lavoro nel
comparto unico regionale, attività svolta dall'Ufficio Unico del
sistema integrato di Comparto istituito dall'art. 17 della legge
regionale n.18 del 2016".
Roberti si è soffermato su alcuni passaggi della relazione
evidenziando in particolare la differenza di trattamento
economico fra dipendenti regionali e comunali: dalla spesa
complessiva al servizio effettivamente prestato in anni persona,
nel 2018 emerge che la Regione esprime un valore di circa 53mila
euro contro il valore di 42mila per l'aggregato Comuni.
"È evidente, come afferma la stessa Corte, che questa differenza
è riconducibile alla maggiore concentrazione di personale nelle
qualifiche più elevate in Regione, dove non si assume più
personale di categoria A o B, che invece è presente nei Comuni"
ha sottolineato Roberti aggiungendo che "a questo vanno sommate
le prestazioni di welfare aziendale che la Regione garantisce ai
suoi dipendenti".
L'assessore ha richiamato ad una lettura approfondita e
articolata dei dati, evidenziato che nel complesso la spesa per
il comparto unico non è lievitata negli ultimi anni: dal 2001 al
2011 è salita, dal 2011 al 2017 è scesa e solo nel 2018 è
risalita a causa della registrazione del contratto di lavoro non
dirigente che ha portato al pagamento degli arretrati per quel
periodo. Successivamente, negli ultimi tre anni, la Regione ha
perso 600 dipendenti, trasformando quel risparmio in spazi
assunzionali trasferiti ai Comuni.
In termini di retribuzione media pro capite, il Friuli Venezia
Giulia supera il comparto nazionale (32.240 euro per il Friuli
Venezia Giulia contro 30.226 euro per il comparto nazionale
regioni ed autonomie locali). Ma, stando agli stessi dati della
Corte dei Conti richiamati da Roberti, esprime valori retributivi
inferiori a quelli delle altre Autonomie speciali, che si
assestano in genere attorno ai 40mila euro.
Roberti ha poi evidenziato come l'aumento contrattuale sia più
contenuto in Friuli Venezia Giulia, dove il dato è di un
incremento del 3,22 per cento, rispetto all'aumento del contratto
collettivo nazionale che registra un incremento del 3,84 per
cento.
ARC/SSA/al
L'intervento in Aula dell'assessore regionale alla Funzione pubblica Pierpaolo Roberti