Duomo Venzone: Fedriga, modello Friuli è oggi esempio per rinascita Ue
Zilli, orgogliosi di celebrare eredità morale del popolo friulano Venzone, 22 ott - "La Regione, il Paese, il mondo stanno
uscendo con sacrificio dalla pandemia. In questo momento la
ricostruzione post terremoto e il Duomo di Venzone, che ne è uno
dei simboli, rappresentano ciò che l'Unione europea ci sta
indicando con il Piano di ripresa e resilienza: un esempio di
ricostruzione e ripartenza, di capacità di riprogrammare il
futuro, dove non c'è spazio per l'individualismo, ma solo per un
forte senso di comunità". È il messaggio che il governatore del Friuli Venezia Giulia
Massimiliano Fedriga ha portato oggi a Venzone in occasione delle
celebrazioni per il 45mo anniversario del terremoto, occasione
anche per celebrare i venticinque anni dalla completa riapertura
del Duomo al culto. "Due giorni dopo il terremoto la gente non piangeva più, era
impegnata a ricostruire le sue case e a darsi da fare per
recuperare la normalità", ha detto ancora Fedriga evidenziando
come "oggi non basta il ricordo, quanto è stato deve essere
ancora un esempio, che purtroppo in questi giorni troppe volte
non viene preso in considerazione. Dai padri e dalle madri di
questa terra, che non hanno pianto né polemizzato, ma si sono
messi a disposizione della loro comunità, dobbiamo cogliere
quell'alleanza tra istituzioni e cittadini necessaria a
ripartire. L'appello che rivolgo è a sanare le ferite insieme,
senza colpevolizzare nessuno ma tornando a camminare uniti come
hanno fatto i nostri padri". Novemila pietre ricollocate nella loro posizione originaria, un
cantiere durato otto anni, avviato nel 1988 e concluso nel 1996,
un'esperienza unica che ha avuto bisogno di tempo per essere
interiorizzata e compresa da un punto di vista scientifico e
spirituale. Questa è stata la ricostruzione del Duomo di Venzone per
anastilosi - la ricollocazione pietra su pietra laddove era e
come era - raccontata negli aspetti storici, tecnici, scientifici
e sociali nel volume di trecento pagine "Parole di pietra. Il
Duomo di Venzone si racconta" (Luglio editore) a cura di
Alessandra Quendolo, professoressa associata di Restauro
architettonico all'Università degli studi di Trento, e Floriana
Marino, direttrice del museo Tiere Motus di Venzone, entrambe
laureate in Architettura all'Università Iuav di Venezia. Il libro è stato presentato oggi nel Duomo stesso nel corso di un
evento che ha restituito anche sotto gli aspetti emozionali e
della memoria la simbologia di cui questa ricostruzione è carica
sia per la comunità locale che scientifica. "La ricostruzione per anastilosi del Duomo è uno degli esempi
tangibili del successo del modello Friuli, che non ha perso
tempo, non si è incagliato nella burocrazia, e che ha restituito
ai friulani le fabbriche, le case e le chiese, l'unico modello
che in Italia ha veramente funzionato - è stato il commento a
margine dell'assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli -.
Andiamo orgogliosi di questo e andiamo orgogliosi del Duomo di
Venzone che è un simbolo di ricostruzione e di ritorno alla vita.
Mille morti non si possono dimenticare e non si devono
dimenticare, ma dalle macerie, dallo spirito di appartenenza di
comunità, dalla volontà reciproca di collaborare e di darsi una
mano è nato il Friuli che conosciamo oggi. Un Friuli diverso da
quello del 1976, ma che ha saputo riprendere in mano il proprio
destino". Nei saluti di apertura di monsignor Roberto Bertossi, pievano di
Venzone, di Amedeo Pascolo, sindaco di Venzone, e di Loris
Cargnelutti, presidente vicario dell'associazione Comuni
terremotati e sindaci della ricostruzione del Friuli il ricordo
del passato ha evocato anche la compianta figura di Giuseppe
Zamberletti, sollevando un lungo spontaneo applauso del pubblico
presente. Il senso di comunità che sottende alla ricostruzione del Duomo è
stato richiamato nelle parole di Marisa Dalai Emiliani,
professoressa emerita dell'Università degli Studi "La Sapienza"
di Roma, che fece parte della Commissione tecnico-scientifica
dell'omonimo Comitato presieduto dall'allora arcivescovo di Udine
monsignor Alfredo Battisti. Il primo passo ad aprire la strada al
progetto di restituzione del Duomo fu la petizione popolare
firmata da seicento persone che avevano chiesto fortemente di
"non essere resi stranieri nel loro paese". Fu da qui, da questa
volontà di riottenere una vera resurrezione delle pietre
abbattute, che il progetto di ricostruzione fu accolto dal voto
unanime del consiglio tecnico del ministero della Cultura da poco
istituito. Fu un'utopia che prese forma concreta, un progetto che
restituì identità e senso di appartenenza e che ora è narrato,
pagina per pagina, anno per anno, fotografia per fotografia, nel
"libro della speranza", come il volume è stato definito nel corso
della presentazione. All'evento, ricco di interventi moderati dalla giornalista
Giacomina Pellizzari, hanno preso parte anche Bruno Tabacci,
sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, Piero Mauro Zanin, presidente del Consiglio regionale,
Francesco Doglioni, già professore dell'Università Iuav di
Venezia, Francesco Barazzutti, presidente onorario
dell'associazione Comuni terremotati. Saluti sono giunti anche da
Maria Paola Gatti dell'Università degli Studi di Trento, e
Simonetta Bonomi, soprintendente del Friuli Venezia Giulia.
ARC/SSA/pph
Duomo Venzone: Fedriga, modello Friuli è oggi esempio per rinascita Ue
Il governatore del Friuli Venezia Giulia nel Duomo di Venzone
Il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga tra il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin e il sottosegretariodi Stato alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci
Nella foto: Barbara Zilli, assessore regionale alle Finanze, l'on. Renzo Tondo, il governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci e l'on. Aurelia Bubisutti
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