Stragi di mafia: Regione, doveroso ricordare servitori Stato
Trieste, 2 mag - Il trentesimo anniversario delle stragi di
Capaci e via d'Amelio ci offre l'occasione di avere ben in mente
ciò che dovrebbe essere ricordato ogni giorno: il valore delle
persone che si mettono al servizio delle istituzioni per il bene
comune, a partire da coloro che indossano una divisa. Ricordare e
onorare i caduti in servizio delle Forze dell'ordine ha poi un
significato particolare a Trieste, dove i rappresentanti dello
Stato hanno pagato un prezzo altissimo: le persecuzioni che
culminarono con gli eccidi delle foibe nel secondo dopoguerra,
l'assassinio da parte della mafia di Vito Schifani a Capaci
assieme al giudice Falcone e di Eddie Walter Cosina in via
d'Amelio al fianco del giudice Borsellino e, più recentemente, la
barbara uccisione degli agenti Demenego e Rotta nella sparatoria
avvenuta in questura. La serenità e la sicurezza della nostra
società passa anche dall'impegno quotidiano di tutti gli uomini e
le donne che indossano la divisa ed è doveroso che le istituzioni
siano al loro fianco e ne onorino la memoria, perseguendo con
forza e decisione chi colpisce i servitori dello Stato fino ad
ottenere la giustizia che meritano.
È questo, in sintesi, il pensiero dall'assessore regionale alla
Sicurezza in occasione delle cerimonie commemorative organizzate
dal Sindacato autonomo di Polizia, durante le quali sono state
deposte due corone al Cippo ai Poliziotti caduti e infoibati
dalle milizie Jugoslave durante l'occupazione di Trieste nel 1945
e al Famedio dei Caduti della Polizia della Questura di Trieste.
L'assessore ha quindi stigmatizzato gli episodi di violenza
verificatisi in concomitanza con le celebrazioni della Festa dei
lavoratori evidenziando come ancora una volta le Forze
dell'Ordine abbiano dovuto rischiare la propria incolumità per
evitare che la situazione degenerasse.
L'esponente della Giunta ha rimarcato che un clima di questo tipo
era già inaccettabile nelle fasi più complesse della pandemia ma
lo è ancora di più ora che la maggior parte delle restrizioni
sono cadute: appare quindi evidente come il desiderio di
cavalcare le proteste non sia legato alla situazione creatasi in
seguito al Covid-19, ma solo alla volontà di strumentalizzarla a
fini politici.
ARC/MA/pph
Header
contenuto
Attenzione!
Il sito è ottimizzato per le versioni recenti dei browser più utilizzati.