Coronavirus: Regione, azioni a tutela export settore agroalimentare
Attivato presso Agrifood Fvg punto ascolto per segnalare abusi
Trieste, 5 mar - È totalmente priva di qualsiasi fondamento
medico-scientifico l'ipotesi che il coronavirus si trasmetta
attraverso il cibo. Eppure l'attuale situazione epidemiologica
sta mettendo in crisi anche il comparto regionale agroalimentare,
per gli effetti di una guerra commerciale che, se non contrastata
tempestivamente, è destinata a creare danni gravissimi all'intero
settore.
Lo ha comunicato l'assessore alle Risorse agroalimentari del
Friuli Venezia Giulia riferendosi a una psicosi del tutto
infondata in base alla quale alcuni Paesi importatori - è il caso
della Grecia con il Grana padano - starebbero bloccando i
prodotti alle frontiere, richiedendo alle aziende agroalimentari
certificazioni "coronavirus free".
Di fronte a un simile scenario, la Regione ritiene indispensabile
un deciso impegno da parte del Governo per pretendere il rispetto
delle regole di libera circolazione delle merci all'interno
dell'Unione europea e degli accordi internazionali stretti con
gli altri Paesi.
Contestualmente, per venire incontro alle esigenze immediate del
settore, la Regione ha attivato presso l'agenzia di cluster
Agrifood Fvg un punto di ascolto a servizio delle aziende dove
segnalare queste forme di abuso e al quale si possono rivolgere
tutti i produttori cui fossero domandate dichiarazioni o
certificazioni virus-free.
In Italia chi dovesse richiedere al proprio fornitore una
certificazione virus-free, in base al decreto legge del 2 marzo,
può essere punito con una multa fino a 60mila euro. Nei confronti
di forniture all'estero invece, il produttore agroalimentare del
Friuli Venezia Giulia avrebbe meno armi per difendersi. Di qui la
decisione di avviare il punto di ascolto e di supportare il
comparto e i volumi di export.
ARC/CCA/al
Header
contenuto
Attenzione!
Il sito è ottimizzato per le versioni recenti dei browser più utilizzati.