Udine, 4 lug - Nel trarre le conclusioni del convegno "Lavoro
in FVG una sfida per tutti", svoltosi a Udine nell'auditorium
dell'Amministrazione, l'assessore regionale al Lavoro, Alessia
Rosolen, ha tracciato un quadro complessivo dell'impegno
sviluppato nel primo anno di legislatura per comporre un patto
sociale tra pubblico, privato, istituzioni e il sistema
produttivo, al fine di arginare, e in taluni casi eliminare, gli
effetti negativi della crisi economica dalla quale il Friuli
Venezia Giulia sta uscendo, e restituire ai Centri per l'impiego
quel ruolo di cabina di regia che negli anni era mancata.
Per fare questo, ha precisato Rosolen, è stato aperto il
confronto e avviata la collaborazione con tutte le componenti
interessate, per dare concretezza a una politica che sta
producendo i suoi effetti e che non poteva non considerare il
coinvolgimento del tessuto economico-produttivo con l'obiettivo
di poter offrire risposte soddisfacenti e stabili al mercato del
lavoro.
Così, è stato recuperato il ruolo che non solo i Centri per
l'impiego, ma anche altri soggetti che operano sul mercato del
lavoro debbono poter svolgere, in un'azione coordinata e coerente
rispetto alle mutevoli condizioni dell'economia.
Tutto questo, nella consapevolezza che la formazione dei
lavoratori verso l'occupazione, o una nuova occupazione,
coincide, e deve coincidere con la formazione della persona, con
la composizione di una complessità di competenze che completano
il bagaglio formativo personale.
Affinchè la persona sia in grado di fruire delle opportunità
offerte. E possa rispondere alle aspettative dell'offerta di
lavoro.
Nel contempo, ha soggiunto Rosolen, sono state create le
condizioni affinchè, all'uscita dalla crisi, il sistema
produttivo fosse in grado di proporre un'offerta di lavoro
stabile e di qualità. Obiettivo, che rappresenta il motivo della
crescita occupazionale maturata nei primi cinque mesi.
Un cammino che sta proseguendo, e che nei prossimi mesi porterà
alla emanazione di una legge sulla famiglia, che considererà
anche le politiche del lavoro, e di altre due misure, una sul
percorso dignità, l'altra per ridurre il rischio di
delocalizzazione delle imprese.
Orientando gli interventi alle persone che risiedono nel Friuli
Venezia Giulia da almeno cinque anni.
E prevedendo il sostegno alle aziende che non intendano
delocalizzare e che non abbiano proceduto in precedenza a forme
di licenziamento collettivo a fronte della crisi.
La Regione crede nel ruolo e nella funzione dei Centri per
l'impiego, e come ha precisato l'assessore procederà a 63 nuovi
inserimenti, tenendo anche conto del fatto che l'Amministrazione
intermedia il 7 per cento (la media nazionale è del 3 per cento)
delle offerte di lavoro.
Nel contempo, nelle politiche più generali per favorire lo
sviluppo economico del territorio, come ha aggiunto Rosolen, la
Regione è impegnata a sostenere la crescita di quelle realtà,
quali il Porto di Trieste e l'interporto di Pordenone, che
possono restituire al Friuli Venezia Giulia un ruolo importante
nella logistica dei trasporti, e produrre nuova occupazione.
Ma il vero spartiacque nella politica regionale di settore sarà
rappresentato dalla creazione dell'Agenzia del lavoro e sarà
parte integrante del nuovo piano industriale del Friuli Venezia
Giulia.
"Che assieme al Reddito di cittadinanza - ha concluso Rosolen - e
alle azioni complessive che la Regione ha posto in essere e sta
sviluppando, favorirà la composizione della cabina di regia sul
mercato del lavoro che la Regione ha ipotizzato, e intende
concretizzare, per dare una risposta reale e stabile al tessuto
sociale e al mondo delle imprese del Friuli Venezia Giulia".
ARC/CM
La platea del convegno
foto ARC Morandini