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Monitoraggio del Cormorano nelle acque interne regionali

La progressiva colonizzazione del Cormorano (Phalacrocorax carbo) nelle acque interne (a.i.) della regione è iniziata coi primi anni ’90. L'Ufficio studi faunistici ha commissionato uno studio scientifico per monitorare le popolazioni di Cormorano, caratterizzarne la dieta ed individuare strategie di gestione della specie. L’indagine è stata realizzata dal Dipartimento di scienze della vita dell’Università degli Studi di Trieste negli inverni 2005-06, 2006-07 e 2008-09.

È risultato che da aprile a luglio i cormorani sono praticamente assenti presso le a.i., mentre in ambito lagunare la nidificazione è stata accertata per la prima volta nel 2008. Il fenomeno per ora limitato a pochissimi siti, si sta sviluppando, in termini di numero di coppie e di areale, ad un ritmo inferiore rispetto a quanto verificatosi in altre aree dell’Alto Adriatico.

Presso le a.i. la popolazione svernante è variata da novembre a marzo mediamente tra 300 e 700 cormorani (max 850 nel gennaio 2007) e il numero dei dormitori (roost) è aumentato. Dei 12 roost regionali noti quelli di Poggio III Armata, Ariis di Rivignano, Canale Banduzzi/Caffaro a Torviscosa e Ragogna sono i più numerosi.

La dieta dei cormorani e' stata desunta dall’analisi dei boli alimentari raccolti in 4 roost nel periodo novembre-marzo. Il consumo giornaliero di biomassa e' variato tra 140 e 261 grammi/cormorano, il prelievo mensile per chilometro di corso d'acqua è stato piuttosto contenuto (in media 2,4 kg pesce/km) e la quantità totale di pesce prelevato è stata di circa 17.000 kg. Icormorani hanno predato prevalentemente ciprinidi, e occasionalmente trote e temoli. La frequenza delle trote nella dieta dei cormorani è stata inferiore a quella con cui compaiono nei popolamenti ittici. Il lago della Burida a Porcia è l’unico roost in cui la predazione del Temolo è stata piu' rilevante (7-10% in termini di biomassa), ma non è certo se si tratti di temoli predati nei corsi d'acqua o nei vicini allevamenti veneti. La predazione di temoli è stata solo occasionalmente rilevante a Poggio III Armata.In conclusione l'aumentata presenza dei cormorani non sembra aver determinato un impatto sulla comunità ittica delle a.i., tanto meno sulle specie di interesse conservazionistico (Trota marmorata e Temolo). Le cause dell'impoverimento delle comunita' ittiche sono da ricercarsi piuttosto nella perdita di habitat (deflussi minimi insufficienti, opere idrauliche che ostacolano la risalita dei torrenti, qualita' delle acque, artificializzazione degli alvei). 

Foto: Marco Zamo'