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L’ESPERIENZA IN FRIULI VENEZIA GIULIA NELLA PREVENZIONE E NEL CONTRASTO
DEL BULLISMO OMOFOBICO:
CONFRONTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
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Infine la percezione che i partecipanti hanno
delle reazioni degli insegnanti a comporta-
menti di bullismo omofobico è cruciale nella
riduzione della frequenza di tali comportamenti.
In particolare, più i partecipanti percepiscono
gli insegnanti come agenti che non ignorano
gli atti di bullismo omofobico, meno frequenti
risultano gli atti di bullismo.
CONCLUSIONE
La presente ricerca rappresenta un contributo
scientifico alla comprensione dei fattori che
promuovono e prevengono il bullismo omofo-
bico. In particolare, la numerosità del campione
di indagine, l’utilizzo di scale di misurazione
validate, il numero di variabili prese in esame
hanno permesso di identificare in maniera af-
fidabile gli stimatori specifici delle varie forme
di bullismo.
Da una prospettiva nazionale, questa ricerca
rappresenta il primo tentativo di fotografare il
fenomeno del bullismo in un campione esteso
e rilevante della popolazione studentesca del
Friuli Venezia Giulia.
La presente ricerca costituisce inoltre un rile-
vante contributo alla letteratura internazionale
fornendo indicazioni specifiche sui fattori che
differentemente supportano il bullismo nei
confronti dei ragazzi e delle ragazze omosessuali
o ritenuti/e tali. I risultati suggeriscono l’impor-
tanza di agire in maniera congiunta per ridurre
i fenomeni di bullismo omofobico nei confronti
dei ragazzi e delle ragazze poiché i due feno-
meni sono fortemente correlati. Al contempo, i
risultati indicano la necessità di promuovere una
revisione degli atteggiamenti nei confronti degli
omosessuali soprattutto per ridurre le aggres-
sioni nei confronti dei ragazzi; contestualmente
suggeriscono di agire sulla percezione dell’
accettazione degli atti omofobici nei confronti
delle ragazze per ridurre soprattutto le aggres-
sioni nei loro confronti. Particolare attenzione va
posta altresì al linguaggio utilizzato per definire
gli omosessuali. La presente ricerca evidenzia
come i termini categoriali vengano utilizzati in
maniera omofobica-specifica, ossia veicolano
un atteggiamento negativo e omofobico nei
confronti degli individui a cui si applicano. Gli
epiteti omofobici sono invece considerati tanto
offensivi quanto le parolacce generiche, ma
il loro uso costituisce l’unico stimatore delle
aggressioni comportamentali di tipo omofobico.
Questi risultati suggeriscono la necessità di
strutturare azioni volte a spiegare il significato
di questi termini, la loro connessione con gli
atteggiamenti omofobici e le conseguenze
sociali di tali termini. Infine, la presente ricerca
sottolinea l’importanza degli interventi degli
insegnanti volti a contrastare il fenomeno del
bullismo omofobico. Infatti, più i partecipanti
percepiscono gli insegnanti come agenti che
attivamente contrastano il bullismo omofobico,
meno frequenti risultano tali atti.
Andrea Carnaghi, Valentina Piccoli,
Davide Zotti, Lisa Di Blas, Giovanna
Pelamatti*
Dipartimento di Scienze della Vita
Università degli Studi di Trieste
*Responsabile Scientifico del Progetto
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