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LIBRI
QUADERNI DI
ORIENTAMENTO 48
Fuori di testa
perché la scuola uccide la
creatività
Ken Robinson
Erickson
Trento, 2015
pp. 278 € 16,50
Ken Robinson si occupa da moltissi-
mi anni dello sviluppo della creatività,
dell’innovazione e delle risorse umane;
questa nuova edizione di“Fuori di testa”
che arriva a 10 anni dalla precedente,
ne è una riscrittura profonda, fatta alla
luce non solo del lavoro svolto in questi
anni dall’autore, ma anche dei profondi
cambiamenti che il mondo ha subito in
questo pur breve periodo: cambiamenti
a livello di sistema economico, ad esem-
pio, ai quali non sempre è corrisposto
un cambiamento culturale e, soprattut-
to, del sistema di istruzione.
L’autore parte da una osservazione: la
realtà esterna, economica in particolare,
chiede sempre maggiore innovazione,
quindi creatività, modi nuovi di vede-
re le cose; come dice Friedman: ”
chi si
aspetta che questa crisi finisca per poter
avere di nuovo un lavoro come prima,
aspetterà a lungo; solo chi è capace di
immaginare nuovi servizi e nuove op-
portunità e nuovi modi di procurarsi
lavoro, o chi è capace di immaginare
nuovi modi di fare lavori vecchi...avrà
successo
”.
D’altra parte Robinson rileva, senza
mezzi termini e senzamezzemisure, che
“il sistema di istruzione sembra fare di
tutto per soffocare proprio la creatività
a favore di un apprendimento passi-
vo e statico, e lo fa, paradossalmente,
proprio per rispondere alle esigenze
dell’economia!”
Egli sostiene che la sfida è quella di
trasformare i sistemi di istruzione (e si
riferisce ai sistemi di istruzione in gene-
rale, perché quasi tutti accomunati da
questo stesso approccio) in qualcosa di
più adatto ai bisogni reali del XXI secolo:
al cuore di questa trasformazione deve
esserci una visione radicalmente diversa
dell’intelligenza e della creatività umane.
Ma cosa è la creatività? L’autore ap-
profondisce tale concetto, inteso come
processo col quale si sviluppano idee
originali che hanno valore, e che quan-
do si traducono in pratica portano inno-
vazione; non si tratta, come in genere
ritiene e teme il sistema di istruzione, di
libero sfogo, di mera espressione artisti-
ca libera e fine a se stessa, ma significa
lavorare con concentrazione su idee e
progetti, plasmarli nella forma migliore e
formulare giudizi critici su quale di que-
sti progetti funzioni meglio e perché.
La creatività attinge dall’abilità, dalla
conoscenza e dal controllo; è un pro-
cesso con tante sfaccettature: implica
capacità comuni e abilità tecniche spe-
cialistiche; è favorita da modi diversi
di pensare; si avvale di giudizio critico,
fantasia, intuizione.
Gli obiettivi che Robinson si pone
con questo libro e con il suo lavoro in
generale, sono tre: aiutare le persone
a capire quanto profonde sono le lo-
ro capacità creative, perché ne hanno
dubitato e a cosa potrebbero servire;
incoraggiare le Organizzazioni a credere
nella propria forza creativa e innovativa
e a creare le condizioni nelle quali essa
possa svilupparsi al meglio; promuovere
una“
rivoluzione creativa dell’istruzione
”.
Il lavoro si basa su alcune osservazio-
ni/assunti: il bambino nasce creativo,
altrimenti non potrebbe imparare nulla.
Poi ci viene insegnato a non esserlo,
perciò “disimpariamo” ad essere creati-
vi; il sistema di istruzione è in generale
un sistema in cui gli errori sono la cosa
più grave che puoi fare, e le persone
vengono educate a non essere creative:
devono riprodurre contenuti e modalità
che qualcuno propone loro.
D’altra parte, l’esperienza ci dimostra
che se non sei preparato a sbagliare,
non ti verrà mai in mente qualcosa di
originale; e sono le idee originali che
portano all’innovazione e al cambia-
mento.
La creatività deve coinvolgere tut-
ti, non solo una piccola minoranza di
persone elette; e tutte le attività pos-
sono essere creative, non solo quelle
che consideriamo di solito “artistiche”.
L’autore spiega che le funzioni dell’i-
struzione dovrebbero essere tre e che
bisognerebbe tenerle presenti e pro-
muoverle tutte contemporaneamen-
te:
personale
, per sviluppare i talenti e
le sensibilità individuali;
culturale
, per
approfondire la conoscenza del mondo;
economica
, per fornire le abilità neces-
sarie a guadagnarsi da vivere e ad essere
economicamente produttivi.
Attraverso excursus approfonditi e
ricchi di riferimenti teorici e di esempi
concreti, vengono esaminate le origi-
ni più profonde degli attuali approcci
all’istruzione e le ragioni per cui hanno
marginalizzato la creatività e i talenti di
così tante persone; viene approfondito
il rapporto stretto e allo stesso tempo
oggi inefficace fra le richieste del mon-
do del lavoro e l’istruzione; una parte
particolarmente interessante viene
dedicata a capire e integrare concetti
come intelligenza, creatività, innovazio-
ne, emozioni, su cosa significhi essere
creativi, sull’importanza delle emozio-
ni per la nostra vita e per la creatività,
sull’importanza di educare alle emozioni
(con alcune riflessioni importanti sulle
conseguenze che l’attuale approccio
scolastico/formativo ha sulla dispersione
scolastica e sulla difficoltà di inserimen-
to lavorativo); sul significato di cultura.
In sostanza, l’autore afferma che l’in-
telligenza umana è profondamente
e straordinariamente creativa; è gra-
zie all’immaginazione, alle idee e alle
convinzioni che creiamo e ricreiamo
il mondo in cui viviamo: le rivoluzioni
sono nate da modi nuovi di vedere le
cose che hanno mandato in frantumi
le vecchie certezze, portando quindi
ad un cambiamento culturale che pian
piano è diventato il pensiero comune, e
i primi a proporre queste idee sono stati
spesso definiti pazzi. Realizzare il nostro
potenziale creativo vuol dire trovare il
nostro mezzo, il nostro elemento: se è
vero, come dice l’autore, che l’istruzione
porta le persone a stare fuori dal pro-
prio talento, qualsiasi esso sia, le porta
ad essere “fuori di sé”, quindi fuori dalla
loro testa.
Il sistema di istruzione guarda indietro,
invece di cercare di trovare strategie
per affrontare i cambiamenti e questo
è “fuori di testa” perché inefficace e “da
pazzi”.
Chiara Busato
Psicologa COR
Gorizia
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