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27.09.2012 

PRESIDENZA: TONDO, LA RICOSTRUZIONE DEL FRIULI È UN MODELLO PER L'ITALIA

Trieste, 27 set - Il terremoto del Friuli del 1976 ha cambiato il modo di affrontare in Italia le grandi calamità, sia nella fase di emergenza, sia in quella della ricostruzione.
A sottolinearlo è stato il presidente del Friuli Venezia Giulia Renzo Tondo intervenendo oggi pomeriggio a Foligno in Umbria al convegno promosso dal Comune sul tema: ''15 anni dal sisma Umbria-Marche del '97: dalla gestione delle emergenze alla ricostruzione. Esperienze a confronto''. Tondo in particolare ha affrontato il tema della gestione della ricostruzione in una tavola rotonda alla quale hanno partecipato, fra gli altri, la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini e il Capo dipartimento della Protezione civile Franco Gabrielli. Ha concluso la tavola rotonda il presidente dell'Emilia Romagna e della Conferenza Stato-Regioni Vasco Errani. In apertura, accanto al sindaco di Foligno Nando Mismetti, è intervenuto anche Paolo Urbani, sindaco di Gemona del Friuli, città simbolo del terremoto del Friuli del 1976 e della successiva ricostruzione: un modello che ha fatto scuola e che il presidente della Regione Tondo ha avuto modo di approfondire in occasione della tavola rotonda. La ricostruzione del Friuli può essere considerata, ha ricordato Tondo, un esempio di ''federalismo solidale''. Lo Stato, da un lato, ha garantito le risorse finanziarie; la Regione, dall'altro, ha assolto la funzione di guida e di coordinamento dell'intero processo di ricostruzione attraverso la programmazione. Gli oltre 6.000 miliardi di vecchie lire messi a disposizione dal Governo sono stati infatti affidati alla diretta responsabilità della Regione, che a sua volta ha puntato sulla cooperazione attiva e decisionale degli Enti locali assegnando ai sindaci l'inedito ruolo di ''funzionari delegati'', scelta che ha permesso di accelerare e semplificare le procedure.
''Ma se nel 1976 - ha osservato Tondo - ci fosse stata la burocrazia che abbiamo oggi, non so se ce l'avremmo fatta a portare a termine la ricostruzione''. Fondamentale è stata anche la decisione, ha ricordato il presidente del Friuli Venezia Giulia, di ricostruire prima l'apparato produttivo (''prima le fabbriche, poi le case, poi le chiese''). In questo modo la ricostruzione è stata concepita non come un semplice ripristino di quello che era stato distrutto, ma come un'occasione di rinascita e di sviluppo della comunità friulana. Tondo ha anche sottolineato l'importanza della solidarietà nelle prime operazioni di soccorso, ma anche successivamente nell'avvio della ricostruzione: i volontari, gli aiuti spontanei nazionali e internazionali, in particolare quelli delle comunità degli emigrati, il ruolo della Chiesa. Proprio dall'esperienza del Friuli, ha ricordato il presidente, è nata con due leggi nazionali la Protezione civile italiana, di cui quella del Friuli Venezia Giulia rappresenta ancora oggi un modello. ARC/PF