Notizie dalla Giunta


17.03.2012 

INFERMIERE DI COMUNITÀ: TONDO, FILTRO AD ACCESSI AL PRONTO SOCCORSO

Trieste, 17 mar - Nell'ottica del riassetto della sanità in Friuli Venezia Giulia e dell'obiettivo di rafforzare i servizi sul territorio, va progressivamente ampliato il modello dell'infermiere di comunità, per la dimostrata capacità di questa figura di ridurre gli accessi al pronto soccorso, nonché quale filtro efficace ai ricoveri ospedalieri.
Lo afferma il presidente della Regione Renzo Tondo nella sua veste di assessore alla Salute, commentando i positivi risultati di 10 anni di sperimentazione di questa modalità di assistenza infermieristica territoriale, avviata sperimentalmente a partire dal 2001 nell'ambito dei Distretti dell'Azienda per i Servizi Sanitari n. 5 ''Bassa Friulana'', che gestisce anche gli ospedali di Palmanova e Latisana. Nel triennio 2009-2011 nei due nosocomi si sono infatti registrati 79.397 accessi al pronto soccorso con codice bianco (nessuna urgenza), a fronte delle 97.282 richieste del triennio 2005-2007, con una riduzione di 17.885 accessi (pari ad un meno 18,3 per cento). E nel 2011 le persone che si sono recate al pronto soccorso dei due ospedali, sempre per codice bianco, sono state 4.742 in meno rispetto al 2009. Pur sottolineando che una maggiore appropriatezza del ricorso al pronto soccorso deriva dalla somma di diversi fattori e di specifiche strategie messe in campo dalle Aziende sanitarie, e che proprio per questa ragione il trend è ormai generalmente in calo in tutto il Friuli Venezia Giulia, il presiedente Tondo rileva come in effetti la presenza dell'infermiere di comunità, quale punto di riferimento preciso e costante per i cittadini, sia ambulatorialmente che a domicilio, riduce il ricorso all'ospedale.
Le persone più fragili, perché malate croniche o semplicemente anziane, sono tenute sotto controllo nel lungo termine. In questo modo anche l'infermiere può rilevare precocemente eventuali segni di aggravamento di una patologia e allertare il medico di famiglia. ''E' un brillante esempio di medicina e assistenza di iniziativa - spiega Tondo - centrata non più sull'ospedale ma su servizi territoriali più vicini alle esigenze e ai bisogni sociosanitari della popolazione''. Ecco che in questo modo Latisana e Palmanova fanno registrare il più basso tasso di ospedalizzazione regionale, cui si accompagna il più alto indice di copertura assistenziale degli anziani (over 65 e over 75). Infermiere di comunità, dunque, come promotore della continuità assistenziale e dell'integrazione sociosanitaria, in collaborazione con tutti i professionisti e gli operatori del territorio. Ma anche come elemento chiave nella presa in carico dei pazienti dimessi dall'ospedale, in stretto rapporto con i medici di famiglia e con gli assistenti sociali dei Comuni, secondo una logica di lavoro di squadra multiprofessionale.
Insomma un professionista che, conclude il presidente Tondo, può dare risposte efficaci ad alcuni degli obiettivi che la Regione si è data per modernizzare e rendere più omogenei i servizi sanitari e sociali: rafforzamento dei servizi territoriali, presa in carico integrata delle persone con malattie croniche e disabilità, potenziamento degli interventi domiciliari, ricorso all'ospedale solo per vere emergenze e patologie acute. Quello dell'infermiere di comunità è un progetto proposto con impegno e passione dalla dirigente infermieristica dell'ASS 5 Mara Pellizzari e dai suoi collaboratori. Consiste nell'attivazione di servizi di assistenza infermieristica decentrati, per mantenere più stretti i contatti con i cittadini e i loro bisogni di salute. Nell'arco degli anni sono state progressivamente attivate 21 ''stazioni'' di infermiere di comunità, a fronte delle 23 previste, con una copertura di 29 comuni su 31 (mancano ancora Latisana e San Giorgio di Nogaro).
Nel 2011 l'iniziativa è stata premiata dal Ministero della Salute come uno dei 10 migliori progetti d'Italia, nell'ambito di una ricerca promossa dalla Bocconi sul tema ''I driver di sviluppo dei servizi territoriali''. Da qualche mese una figura simile è stata introdotta sperimentalmente anche a Romans d'Isonzo e Panzano, nei pressi di Monfalcone. Come ricorda il responsabile della direzione centrale Salute e Politiche sociali della Regione Gianni Cortiula, già DG dell'Azienda sanitaria Isontina, in questo caso si parla di ''infermiere di equipe territoriale'' in quanto parte integrante di uno staff di cui fanno parte, in un'unica struttura ambulatoriale, diversi professionisti. Non cambia l'obiettivo: integrare i servizi sanitari, socio-assistenziali e territoriali già esistenti, fungere da 'barriera' prima dell'ospedale anche grazie ad attività domiciliari. ARC/PPD