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20.11.2021 12:05

Orso Gorizia: Zannier, faremo il possibile per reintrodurlo in natura

L'animale sarà trasferito in un centro specializzato per la cura dei plantigradi

Trieste, 20 nov - In base alle valutazioni operate dai tecnici, dai veterinari e dai ricercatori dell'Università degli Studi di Udine e del confronto con esperti nazionali e internazionali e in seguito all'accurata visita sanitaria a cui è stata sottoposto in una clinica veterinaria specializzata a Trieste, l'Amministrazione regionale ha stabilito che non è possibile procedere subito (proprio per metterlo in sicurezza) alla liberazione del cucciolo di orso catturato a Gorizia la notte tra il 16 e 17 novembre.

Il giovane esemplare, che pesa 14 chilogrammi, presenta infatti uno stato di salute e un grado di sviluppo corporeo non compatibili con la tempestiva liberazione, per di più essendo ormai alle porte la stagione invernale. Gli esami ematochimici, ecografici e radiologici a cui è stato sottoposto hanno confermato uno stato di dimagrimento significativo e un versamento addominale ad esso correlato, parassitosi e lievi segni di infezione e infiammazione.

Sono state scartate sia l'iniziale ipotesi di un immediato reinserimento in natura all'interno di un'area protetta regionale, come il Parco naturale regionale delle Prealpi Giulie, sia la possibilità di rilasciarlo nell'area della Repubblica di Slovenia dove si presume possa trovarsi la madre. Dal confronto con le autorità slovene, in particolare con il Ministero dell'Ambiente, è emerso che sussistono una serie di incognite e di rischi che sconsigliano di perseguire anche quest'ultima ipotesi. Non è infatti possibile avere la certezza che l'orsa che è stata avvistata negli ultimi giorni vagare nei boschi vicini a Nova Gorica, accompagnata da uno o due cuccioli, sia effettivamente la madre del piccolo e che l'eventuale ricongiungimento vada a buon fine, data anche l'impossibilità di dotare il cucciolo di un radio collare che permetterebbe di monitorarne gli spostamenti.

Al momento il Servizio biodiversità regionale, in collaborazione con l'Università di Udine, il Servizio prevenzione, sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria e il Corpo forestale regionale, sta prendendo accordi per trasferire il cucciolo in un centro di riabilitazione specializzato al fine di fargli raggiungere un livello di sviluppo corporeo compatibile con il suo rilascio che avverrebbe la prossima primavera. Anche questa operazione non è priva di rischi, ma al momento risulta quella che garantisce le maggiori probabilità di sopravvivenza e reinserimento in natura del cucciolo, anche in considerazione del fatto che l'alternativa più concreta sarebbe quella di rinchiuderlo in un recinto, dove dovrebbe passare il resto della sua esistenza.

Tecnici e ricercatori sono consapevoli che trascorrere un lungo periodo in un centro specializzato (in Europa vi sono alcune strutture che agiscono come vere e proprie "nursery" in natura per questi plantigradi), pur con tutte le cautele del caso, potrebbe indurre nell'animale fenomeni di condizionamento che lo renderebbero meno adatto alla vita in natura. Per questo motivo se, come tutti auspicano, l'orsetto supererà il periodo di riabilitazione in tale centro, sarà poi rilasciato con un radiocollare satellitare dotato di sistemi di distacco, che permetterebbe di monitorarne lo stato di salute, gli spostamenti e il suo comportamento.

L'Assessore regionale alle Risorse forestali Stefano Zannier ha assicurato che "la Regione farà tutto il possibile per poter garantire una vita lunga e libera sulle nostre montagne all'orsetto rimasto solo, forse abbandonato dalla madre per le sue condizioni di debolezza, e avventuratosi in centro nella città di Gorizia alcune sere fa". ARC/MA/gg