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07.05.2021 16:53

Cultura: Gibelli, le incisioni antiche per riscoprire la nostra storia

Udine, 7 mag - "Una mostra che ci consente di riscoprire e ripercorrere la nostra storia per poter meglio comprendere la realtà nella quale oggi viviamo proponendo mappe e reperti antichi. Le mappe rappresentano la storia dell'uomo fin dai tempi più remoti, quando ancora non si era affermata la scrittura e si comunicava soltanto attraverso i segni e i disegni, e l'epoca considerata da questa rassegna vi è adeguatamente raffigurata".
Con queste parole l'assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, è intervenuta nel salone del Parlamento friulano del Castello di Udine alla presentazione della 39.edizione della Triennale europea dell'incisione, che ha per tema 'Friuli 1420-1797 Piante e vedute' e sarà aperta da domani al 27 giugno.
"Si è trattato di un'epoca non facile - ha aggiunto l'assessore riferendosi al periodo considerato dalla mostra - perché è stata segnata dal passaggio di queste terre dal Patriarcato alla dominazione veneziana e si è conclusa con l'arrivo di Napoleone Buonaparte. L'esposizione - ha proseguito - costituisce pertanto un evento di notevole rilevanza culturale perché raffigura la storia di un periodo significativo per l'intera regione ed è nel contempo il simbolo della ripartenza; ci auguriamo infatti che l'intero settore culturale possa ritornare alla normalità con la piena riapertura di tutte le attività e strutture entro la fine dell'estate".
Gibelli ha ricordato che la mostra curata da Giuseppe Bergamini ricostruisce l'intera esperienza storica dalla quale sono scaturite le basi per determinare l'identità, la cultura e le tradizioni ancor'oggi caratterizzanti del Friuli Venezia Giulia e della sua gente.
"Le mappe - ha ribadito l'assessore - sono infatti uno strumento efficace per recuperare la storia dei popoli nei luoghi che vi sono descritti e ci aiutano, come per esempio in questo caso, a riscoprire che la collocazione geografica ha determinato la nascita e lo sviluppo della città di Udine, l'unico abitato non attraversato da un fiume a essere stato considerato dalla Repubblica di Venezia soltanto perché si trovava su un crocevia di direttrici di scambi commerciali e traffici, da e per il cuore dell'Europa".
A tale proposito, l'assessore ha citato Polcenigo tra le realtà sviluppate dai veneziani sempre in funzione della presenza delle acque: la località della pedemontana pordenonese è infatti stata costruita alle sorgenti del Livenza, il fiume lungo il quale veniva trasportato a Venezia il legname proveniente dalla foresta del Cansiglio.
Gibelli ha quindi voluto fare un cenno anche alla cosiddetta "cancel culture", che contrasta con la libera espressione dell'arte, mentre ha colto l'occasione per ribadire che la campagna vaccinale anti Covid-19 è uno strumento efficace per poter consentire anche al mondo della cultura di ricominciare e per permettere a tutti di godere pienamente della bellezza rappresentata con efficacia dal mondo dell'arte e nel contempo di potersi abbeverare dell'arricchimento rappresentato dalle tracce della storia e della cultura.
"Un contesto - ha aggiunto l'assessore Gibelli - all'interno del quale la Triennale dell'incisione è uno stimolo alla ripartenza, perché dimostra a tutti che è possibile ricominciare a riappropriarsi di un diritto e di un bene trascurato nel periodo dell'emergenza pandemica, cioè la cultura".
La mostra, introdotta dal sindaco di Udine Pietro Fontanini e dall'assessore comunale alla Cultura Fabrizio Cigolot, realizzata in collaborazione con la Regione, il Comune di Udine, i Civici Musei e la Fondazione Friuli, è costituita da 50 incisioni che illustrano attraverso la cartografia dell'epoca e una serie di vedute i più rappresentativi centri storici del territorio nel quale la cultura veneziana ha influito: assieme a Udine, Palmanova, Cividale, Gemona del Friuli e San Daniele. ARC/CM/ep