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07.10.2021 16:08

Mostre: Gibelli-Bini, 50 capolavori per riapertura Casa Cavazzini a Ud

Il curatore don Geretti rivela che ci sarà anche "L'Espérance" di Gauguin
Udine, 7 ott - "Investire in grandi eventi che richiamano largo pubblico è importante ma è fondamentale farlo anche sui luoghi della cultura, che hanno bisogno di essere mantenuti e aggiornati dal punto di vista museologico: la città di Udine lo sta compiendo da tempo con sistematicità meritoria".
Lo ha sottolineato l'assessore regionale alla Cultura Tiziana Gibelli alla presentazione della mostra "La forma dell'infinito", a cui è intervenuta assieme all'assessore alle Attività produttive Sergio Emidio Bini e che grazie all'organizzazione del Comitato di San Floriano di Illegio di fatto rappresenterà l'evento espositivo più importante dell'autunno in regione e l'occasione per la riapertura di Casa Cavazzini.
Le sale del Museo civico di arte moderna e contemporanea del capoluogo friulano, ora dotate di soluzioni al passo con ambienti espositivi all'avanguardia, stanno per diventare lo spazio teatrale dove 50 opere di estremo valore saranno raccolte nella mostra che ha il sostegno di Regione Fvg e Promoturismo Fvg e Fondazione Friuli e che resterà aperta dal 16 ottobre fino al 27 marzo 2022.
Nella quarta sala sarà possibile ammirare un'opera di straordinaria importanza: mai visibile perché in collezione privata, agognata dagli organizzatori della mostra fin dal primo istante, fino all'ultimo pareva un sogno impossibile, ma la qualità dei capolavori, riuniti a Casa Cavazzini in una mostra senza precedenti, ha infine convinto il proprietario pochi giorni fa a concederla per completarne il percorso: si tratta del dipinto Natura morta davanti a "L'Espérance", di Paul Gauguin (Parigi 1848 - Hiva Oa 1903), un vero e proprio testamento spirituale dell'artista, frutto di un momento di genio e commozione vissuto dal pittore nei primi mesi del 1901, subito prima dell'ultimo suo viaggio e della morte.
Acquistato inizialmente da Gustave Fayet, ad Igny nell'Île-de-France, il dipinto passò poi a Paul Rosenberg, a Parigi; quindi, venne acquistato da quattro consecutivi collezionisti di Chicago finché la "Nature morte à l'Ésperance" fu protagonista di una memorabile asta battuta da Christie's a Londra nel 2011. Udine è il punto d'approdo di un percorso d'onore per il dipinto, esposto già nel 1906 al Salon d'Automne di Parigi nella prima grande retrospettiva dedicata al pittore francese da poco scomparso: da allora, quasi oggetto di venerazione, la tela è stata ammirata e presentata in oltre venti mostre, l'ultima delle quali allestita nel 1989, tra New York, Chicago, Washington, Toronto, Stoccolma, Monaco, Vienna, Parigi.
"Una mostra di caratura internazionale di cui l'opera di Gauguin è l'ultima sorpresa - ha commentato Bini - ma che grazie ai capolavori, undici mai visibili al pubblico, in particolare sei dei quali totalmente inediti, sarà occasione per far crescere l'attrattività di una città come Udine che ben si è comportata in questi anni, ma anche per tutto il Friuli Venezia Giulia".
Secondo il progetto voluto dal curatore, don Alessio Geretti - sacerdote udinese e direttore artistico delle mostre di Illegio - "La forma dell'infinito" è una chiave per entrare nell'arte moderna e contemporanea, anche per coloro che normalmente faticano a comprenderla, scoprendo una delle intenzioni fondamentali che hanno animato tanti pittori dalla fine dell'Ottocento e per tutto il corso del Novecento: rendere visibile l'infinito che dietro la prima apparenza delle cose sussurra alla mente e al cuore umano.
"Trovo molto appropriato l'approccio - ha commentato Gibelli -: così come nella musica si propongono le opere più famose dei grandi maestri per apprezzare il repertorio più colto della musica contemporanea, anche nell'arte gli amatissimi Impressionisti condurranno all'approfondimento di un concetto filosofico, teologico, matematico complesso come la 'forma dell'infinito".
La mostra intende dare al visitatore la percezione d'essere il destinatario di una rivelazione suggestiva, con opere che facciano sfiorare l'infinito. Basti pensare alle firme dei cinquanta capolavori,in arrivo da nove Paesi d'Europa, molte delle quali appartengono ai più importanti protagonisti dell'arte negli ultimi due secoli: Claude Monet, Paul Cézanne, Alfred Sisley, Henri Matisse, Dante Gabriele Rossetti, Michail Nesterov, František Kupka, Vasilij Kandinskij, Aristarch Lentulov, Natal'ja Goncarova, Odilon Redon, Maurice Denis, Jacek Malczewski, Mikalojus Ciurlionis, Nikolaj Rerich, Medardo Rosso, Umberto Boccioni, Pablo Picasso, Emilio Vedova, Ernst Fuchs, Hans Hartung e altri ancora. ARC/EP/al