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25.09.2021 15:56

Salute: Regione, servono regole nuove per fase straordinaria



Udine, 25 set - Il Covid non ha svelato alcun nodo critico oltre quelli già noti. Per mettere mano ai problemi strutturali, primi fra tutti, il rapporto fra sanità pubblica e medicina generale, fra ospedale e territorio, gli investimenti nel capitale umano e i processi di digitalizzazione del sistema, servono regole diverse. Per affrontare la fase straordinaria che abbiamo davanti, gli schemi ordinari non bastano: l'auspicio è che l'interesse di parte sia mediato da quello generale, una responsabilità che coinvolge l'intero Paese.

E' il concetto espresso dal vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia con delega alla Salute in occasione del XIX convegno regionale della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (Fadoi) e dell'Associazione nazionale degli infermieri di medicina (Animo) che si è tenuto oggi a Udine.

Nel suo intervento l'esponente della Giunta ha tracciato una fotografia del periodo emergenziale partendo dagli inizi ricordando la mancanza di indipendenza e autonomia di un Paese che non aveva dispositivi di protezione individuale per difendere le persone. Un passaggio ha poi riguardato i social network che sono stati spesso strumenti di disinformazione.

Il cuore del discorso è stato incentrato sulle azioni future; se da un lato l'emergenza da Covid-19 ha svelato problematiche già presenti, dall'altro - secondo il vicegovernatore - oggi è necessaria e auspicata un'assunzione di responsabilità di tutti i portatori di interesse. Se si immagina che ogni parte del sistema affronti questa nuova fase con le stesse impostazioni di sempre - è stato detto dalla Regione - allora ognuno continuerà a guadare l'interesse della propria parte non contestualizzandola nel quadro di insieme dell'interesse generale. L'equilibrio fra i diversi interessi che entrano in gioco in un contesto pandemico è stato, e lo è ancora, una delle difficoltà maggiori, dove al centro c'è la capacità di tenuta del sistema sanitario e dall'altra la pressione dettata dalle condizioni di vita delle persone e i suoi effetti sul sistema sociale oltre alla dinamica economica.

Il vicegovernatore ha espresso poi gratitudine verso chi si è impegnato in questa esperienza inedita, sottolineando come la pandemia con il 70% di adesioni della platea vaccinale non è ancora conclusa e come la tenuta del sistema ospedaliero sia inversamente proporzionale alla campagna vaccinale.

La Regione ha poi ricordato il milione e 600 mila vaccini somministrati da gennaio ad oggi e la crescita dell'attività di sorveglianza, che agli inizi della pandemia aveva una capacità di 200 tamponi al giorno mentre oggi è notevolmente aumentata e si aggira intorno a decine di migliaia.

Negli interventi del presidente e del vicepresidente regionale Fadoi, sono stati messi in evidenza il ruolo e il sovraccarico di lavoro dei professionisti e delle strutture di Medicina interna nell'emergenza pandemica. I rappresentanti dei dirigenti ospedalieri hanno messo in luce la necessità di una presa in carico globale del paziente; in questa fase diventa ancora più importante il loro contributo perché si stanno sviluppando le cronicità, rimarcando l'apporto che gli internisti possono portare all'organizzazione dei sistemi sanitari per addivenire all'integrazione fra ospedale e territorio che il Covid ha evidenziato essere uno dei problemi principali nell'organizzazione della sanità. ARC/LP/al