Salute: Regione, servono regole nuove per fase straordinaria
Udine, 25 set - Il Covid non ha svelato alcun nodo critico
oltre quelli già noti. Per mettere mano ai problemi strutturali,
primi fra tutti, il rapporto fra sanità pubblica e medicina
generale, fra ospedale e territorio, gli investimenti nel
capitale umano e i processi di digitalizzazione del sistema,
servono regole diverse. Per affrontare la fase straordinaria che
abbiamo davanti, gli schemi ordinari non bastano: l'auspicio è
che l'interesse di parte sia mediato da quello generale, una
responsabilità che coinvolge l'intero Paese.
E' il concetto espresso dal vicegovernatore del Friuli Venezia
Giulia con delega alla Salute in occasione del XIX convegno
regionale della Federazione delle associazioni dei dirigenti
ospedalieri internisti (Fadoi) e dell'Associazione nazionale
degli infermieri di medicina (Animo) che si è tenuto oggi a Udine.
Nel suo intervento l'esponente della Giunta ha tracciato una
fotografia del periodo emergenziale partendo dagli inizi
ricordando la mancanza di indipendenza e autonomia di un Paese
che non aveva dispositivi di protezione individuale per difendere
le persone. Un passaggio ha poi riguardato i social network che
sono stati spesso strumenti di disinformazione.
Il cuore del discorso è stato incentrato sulle azioni future; se
da un lato l'emergenza da Covid-19 ha svelato problematiche già
presenti, dall'altro - secondo il vicegovernatore - oggi è
necessaria e auspicata un'assunzione di responsabilità di tutti i
portatori di interesse. Se si immagina che ogni parte del sistema
affronti questa nuova fase con le stesse impostazioni di sempre -
è stato detto dalla Regione - allora ognuno continuerà a guadare
l'interesse della propria parte non contestualizzandola nel
quadro di insieme dell'interesse generale. L'equilibrio fra i
diversi interessi che entrano in gioco in un contesto pandemico è
stato, e lo è ancora, una delle difficoltà maggiori, dove al
centro c'è la capacità di tenuta del sistema sanitario e
dall'altra la pressione dettata dalle condizioni di vita delle
persone e i suoi effetti sul sistema sociale oltre alla dinamica
economica.
Il vicegovernatore ha espresso poi gratitudine verso chi si è
impegnato in questa esperienza inedita, sottolineando come la
pandemia con il 70% di adesioni della platea vaccinale non è
ancora conclusa e come la tenuta del sistema ospedaliero sia
inversamente proporzionale alla campagna vaccinale.
La Regione ha poi ricordato il milione e 600 mila vaccini
somministrati da gennaio ad oggi e la crescita dell'attività di
sorveglianza, che agli inizi della pandemia aveva una capacità di
200 tamponi al giorno mentre oggi è notevolmente aumentata e si
aggira intorno a decine di migliaia.
Negli interventi del presidente e del vicepresidente regionale
Fadoi, sono stati messi in evidenza il ruolo e il sovraccarico di
lavoro dei professionisti e delle strutture di Medicina interna
nell'emergenza pandemica. I rappresentanti dei dirigenti
ospedalieri hanno messo in luce la necessità di una presa in
carico globale del paziente; in questa fase diventa ancora più
importante il loro contributo perché si stanno sviluppando le
cronicità, rimarcando l'apporto che gli internisti possono
portare all'organizzazione dei sistemi sanitari per addivenire
all'integrazione fra ospedale e territorio che il Covid ha
evidenziato essere uno dei problemi principali
nell'organizzazione della sanità.
ARC/LP/al
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