Il giorno 23 luglio 2011 più di cento persone tra turisti e operatori
turistici hanno partecipato all’incontro “Turismo nelle vallate dell’orso” patrocinato dal Comune
di Tarvisio.
Si tratta del secondo incontro organizzato in Friuli Venezia Giulia nell’ambito del progetto
Life ARCTOS “Conservazione dell'Orso bruno: azioni coordinate per l'areale alpino e appenninico'',
che prevede appunto attività di informazione rivolta a vari target di utenza.
Il personale del Servizio caccia risorse ittiche e biodiversità della Regione ha brevemente
presentato le azioni previste del progetto Life ARCTOS: monitoraggio della presenza di orso,
informazione e sensibilizzazione nelle scuole, divulgazione di informazioni tecniche e di buone
pratiche per la convivenza con l’orso e per la prevenzione dei danni, cessione in comodato gratuito
di recinzioni elettrificate ed istituzione di gruppi di intervento rapido per la gestione degli
orsi problematici, oltre all’attività di informazione rivolta alle comunità locali.
Il dott. Massimiliano Rodolfi del Corpo forestale dello Stato, Ufficio territoriale per la
biodiversità di Tarvisio, e Paolo Molinari hanno descritto la Foresta di Tarvisio, la sua gestione,
compresi i miglioramenti ambientali a fini faunistici. Con l’ausilio di interessanti foto e video
di orsi frequentanti il Tarvisiano, hanno dedicato ampio spazio al monitoraggio della presenza
della specie, avviato da tempo e affinato negli anni.
Carlo Frapporti (consulente del WWF Italia ed ex responsabile dell’Ufficio faunistico del
Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento) ha presentato la biologia e l’ecologia
dell’orso con particolare riferimento all’argomento della sicurezza e della pericolosità. Un tema,
ha spiegato, da affrontare sul piano sociale e politico, visto che dal punto di vista tecnico le
conoscenze sono abbastanza consolidate. I media alla ricerca del sensazionalismo spesso presentano
i fatti in modo strumentale, creando ingiustificato allarme tra la popolazione. In realtà in Italia
negli ultimi 180 anni non si registrano né incidenti mortali per l’uomo, né episodi di aggressioni
deliberate da parte di orsi. Anche in altri Paesi d’Europa, dove le densità di orsi sono maggiori,
negli ultimi 20-25 anni non si registrano incidenti mortali, ad eccezione della Romania dove gli
orsi sono stati allevati e liberati a centinaia in natura, hanno sviluppato un’innaturale
confidenza verso l’uomo, diventando pericolosi. Molti incidenti anche non mortali sono conseguenti
ad azioni di caccia nei confronti dell’orso, analogamente a quanto accade con il cinghiale. La
bibliografia cita come situazioni pericolose: orso ferito; femmina con piccoli; orso su una
carcassa; orso attaccato da un cane; orso nella tana. Esperimenti scientifici hanno dimostrato che
l’orso se può scappa, o, meno frequentemente, manifesta indifferenza. Non è aggressivo e non
attacca se non è provocato.
Gli interventi del pubblico sono stati numerosi, riferiti in particolare al tema della
sicurezza e alle norme comportamentali da adottarsi in presenza della specie.
INFO: Marina Bortotto
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Cadamuro Andrea
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Alessandro Rucli
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FOTO: Per gentile concessione di Carlo Frapporti