Udine, 22 mag - "Una guerra terribile, che tutte le popolazioni dei nostri territori hanno vissuto in modo drammatico, ma che ritengo possa aver anche cementato lo spirito di appartenenza di questa terra, le nostre radici", ha commentato oggi il vicepresidente della Regione Friuli Venezia Giulia Sergio Bolzonello a Udine - fu definita "capitale della guerra" - in occasione della Giornata della Memoria senza confini del quarto Raduno nazionale di Assoarma, in programma nel capoluogo friulano da mercoledì scorso, e che si concluderà domenica prossima al Sacrario di Redipuglia.
"Questo Raduno di Assoarma, proprio qui, nella città di Udine rappresenta un momento importante per l'intera regione, per quella che un tempo veniva anche chiamata regione di caserme", ha osservato il vicepresidente, un evento che "l'Amministrazione del Friuli Venezia Giulia ha voluto accompagnare con volontà e partecipazione, anche per testimoniare in modo particolare il significato, e la vicinanza, che per noi assumono le Forze Armate: credo il Raduno di Assoarma a Udine possa rappresentare un momento di unità e di coesione per la nostra comunità regionale", ha ancora indicato il vicepresidente.
Bolzonello, al Tempietto dei Caduti di piazza Libertà a Udine ha partecipato - assieme al prefetto Provvidenza Delfina Raimondo, al presidente del Consiglio provinciale Fabrizio Pitton, al vicesindaco Carlo Giacomello e al presidente del Comitato organizzatore, generale Alberto Ficuciello - alla cerimonia solenne in onore ai Caduti, dopo che nella stessa giornata di oggi le Associazioni d'Arma hanno reso omaggio ai Caduti, di diverse Nazioni, raccolti nei Sacrari militari della stessa Udine, a Palmanova, Fogliano Redipuglia, Caporetto e Oslavia.
La cerimonia si è aperta con l'accensione del tripode con le tre fiaccole del Centenario provenienti da Timau, da San Giusto a Trieste e da Aquileia e si è conclusa con la consegna della Medaglia coniata per ricordare i Caduti del Friuli Venezia Giulia nella Grande Guerra ai parenti del soldato Beniamino Mainardis, di Amaro, disperso sul Carso l'11 ottobre 1916.
ARC/RM
