Trieste, 17 ott - "È un risultato molto lusinghiero perché, letto nel merito, riconosce alla nostra regione un'intrinseca forza, legata a un tessuto produttivo e imprenditoriale tradizionalmente solido, propenso più che altrove all'innovazione, a un tasso di disoccupazione inferiore rispetto a quello nazionale, oltre che a una situazione anche sociale meno segnata dalla crisi di quanto non si registri in altre regioni".
Con queste parole l'assessore regionale alle Finanze del Friuli Venezia Giulia Francesco Peroni, ha commentato la notizia che Standard & Poor's (S&P) ha confermato il rating di lungo termine "BBB" alla Regione Friuli Venezia Giulia. Secondo Peroni, S&P "riconosce alla nostra azione di governo una forte capacità di risultato dal punto di vista della revisione della spesa e, quindi, della credibilità e della fiducia che il sistema Friuli Venezia Giulia riscuote tra gli operatori economici, a livello non solo nazionale".
Nel rapporto di S&P sono infatti indicati, oltre ai punti di forza del sistema FVG nel suo complesso, anche quelli dell'Amministrazione regionale. "Si parla infatti - come sottolinea Peroni - di conti in ordine, di buona amministrazione, di robusta liquidità, di indebitamento costantemente in calo: tutti requisiti che qualificano la Regione Friuli Venezia Giulia come Ente di elevata affidabilità nei mercati".
Rispetto al fatto che il rating di S&P risenta, inevitabilmente, di quello attribuito al 'sistema Paese' nel suo complesso, Peroni ha evidenziato come, "qualora il Friuli Venezia Giulia potesse essere valutato in via autonoma, l'apprezzamento che ne seguirebbe sarebbe molto maggiore".
"Il documento lo ricorda chiaramente", precisa Peroni. "Per regola generale il rating non può essere superiore a quello del Paese di appartenenza, quindi dell'Italia. Tuttavia, viene precisato e riconosciuto che qualora la Regione potesse essere valutata alla stregua di uno stato sovrano, grazie ai suoi fondamentali il rating sarebbe di "AA-", che, per capirci, ci collocherebbe al livello di nazioni come il Giappone, la Cina o l'Arabia Saudita, quindi di vere e proprie superpotenze economiche".
ARC/PPD
