La Giunta Regionale


14.10.2013 

UE: CON LA NUOVA PROGRAMMAZIONE, RISORSE PER RAFFORZARE LA COMPETITIVITÀ DEL FVG

Trieste, 14 ott - A fronte di un ammontare complessivo di circa 60 miliardi di euro, tra risorse Ue e cofinanziamento nazionale, destinati all'Italia nel prossimo periodo di programmazione comunitaria 2014-2020 (a cui occorre aggiunge le poste del Fondo Sviluppo e Coesione), il Friuli Venezia Giulia potrebbe contare su un possibile aumento dei fondi ad esso destinati. Ma quali sono le priorità, le linee strategiche che il Friuli Venezia Giulia deve adottare nei prossimi sette anni? A queste domande ha risposto oggi a Trieste, in un seminario destinato ad amministratori e funzionari pubblici, il direttore generale del Ministero dell'Economia e delle Finanze Fabrizio Barca, già ministro per la Coesione territoriale ed impegnato in istituzioni quali l'Unione europea, l'OCSE e la Banca d'Italia e docente in diverse prestigiose Università come Bocconi Milano, MIT Boston e la californiana Stanford. Dopo il saluto dell'assessore alle Finanze Francesco Peroni (all'incontro hanno partecipato anche gli assessori regionali Loredana Panariti, Mariagrazia Santoro, Gianni Torrenti, Sara Vito ed il presidente del Consiglio Franco Iacop), Fabrizio Barca ha ricordato in primis le tre esigenze strategiche dettate da Bruxelles ed i grandi temi che le Regioni italiane, alcune "ritagliabili" proprio per il Friuli Venezia Giulia, dovranno cercare di "applicare". È necessario infatti concentrare le risorse che giungeranno su pochi obiettivi, ha osservato, facendo dunque massa critica senza disperdere i finanziamenti in troppe progettualità; connettere i fondi della programmazione Ue al bilancio ordinario; usare sempre più una "chiave territoriale" degli interventi. A queste necessità programmatiche il Friuli Venezia Giulia può rispondere investendo sui filoni della Ricerca e dell'Innovazione ("credo fondamentali per questa regione", ha sottolineato Barca), sull'apertura all'innovazione e sull'attuale stato dell'innovazione in regione, che non ci vedono brillare in Europa (siamo piazzati, rispettivamente, al 222° ed al 133° posto nella Ue). Una centotrentareesima posizione che comunque ci vede tra le quattro Regioni migliori nel panorama nazionale e che quindi impone al Friuli Venezia Giulia di dover "alzare l'asticella" del fattore competitività: "siete obbligati alla conoscenza", ha indicato. Come? Secondo l'economista, ad esempio, comprendendo dalla risposta ai bandi "le proprie vocazioni innovative", facendo scelte "secche" sui distretti tecnologici, confezionando "bandi per idee", dando cioè slancio ai potenziali che nascono dalla domanda, non solo dall'offerta, e così dialogando con il proprio tessuto industriale ed il proprio sistema della ricerca. Molto importante appare inoltre l'impegno a favore del mondo dell'istruzione (il Friuli Venezia Giulia presenta alcuni positivi indici di settore), determinanti saranno gli interventi destinati all'inclusione sociale (che secondo Barca racchiudono "un forte trascinamento per l'applicazione di nuove tecnologie") e soprattutto guardare con attenzione alle nuove "strategie Ue per le aree interne", cioè quelle distanti da grandi centri di agglomerazione e di servizio, con traiettorie di sviluppo instabili, alle prese con problemi demografici: per le mappe Ue in particolare la montagna friulana e pordenonese ed alcune zone costiere, per una popolazione complessiva di quasi 150.000 abitanti. Anche il Friuli Venezia Giulia, ha commentato Barca, dovrà quindi fare scelte importanti per queste sue aree interne, scegliendo un' "area prototipo" nella quale andare avanti combinando urgenze socio-economiche e potenzialità presenti, aiutando l'unificazione dei servizi ora offerti autonomamente dai Comuni di quella zona, sapendo che lo Stato potrà anche fornire aiuti finanziari aggiuntivi. ARC/RM