La Giunta Regionale


13.07.2013 

ECONOMIA: PERONI, 41 P.C. IMPRESE FVG HANNO PRODOTTO INNOVAZIONE

Trieste, 13 lug - Nel triennio 2008-2010 il 41 per cento delle imprese del Friuli Venezia Giulia ha introdotto con successo delle innovazioni sul mercato in cui opera o nel proprio processo produttivo, quota significativamente più elevata di quella registrata a livello nazionale (31,5 pc).
Il dato proviene dall'indagine realizzata e pubblicata dal Servizio statistica e affari generali della Regione che ha analizzato l'indagine Istat Community Innovation Survey relativa al triennio 2008-2010, condotta tra le imprese dell'industria e dei servizi con almeno 10 addetti.
Lo studio, campionario per le imprese da 10 a 249 addetti e censuario per quelle con almeno 250 addetti, ha coinvolto in regione 1.771 imprese. Tra i temi trattati, secondo un'analisi di benchmark con la media nazionale, le diverse tipologie di innovazione, la spesa sostenuta, gli accordi di cooperazione, gli obiettivi e i fattori di ostacolo riscontrati.
"L'approfondimento statistico - ha sottolineato l'assessore alle Finanze del Friuli Venezia Giulia, Francesco Peroni - si inserisce nell'insieme di attività di valutazione delle politiche regionali in materia di innovazione e ricerca verso le imprese in cui è attualmente impegnata l'Amministrazione regionale. Lo studio - spiega ancora Peroni - punta ad acquisire elementi e spunti di riflessione per comprendere gli effetti delle precedenti politiche di settore e, su tali basi, definire efficacemente la programmazione europea 2014-2020".
Le imprese regionali hanno investito complessivamente 12,5 milioni di euro per l'introduzione di innovazioni nel 2010, con una spesa media per addetto di 7.400 euro, di poco inferiore alla media italiana (7.700 euro).
La ricerca e sviluppo rappresenta la voce di spesa principale tra le imprese dell'industria in senso stretto e dei servizi, mentre nelle costruzioni quasi il 60 per cento della spesa è costituito da investimenti in nuovi macchinari e apparecchiature.
Il 42 per cento delle imprese innovatrici ha potuto beneficiare di un sostegno pubblico per le attività di innovazione svolte nel triennio, percentuale significativamente maggiore di quella registrata a livello nazionale (30 pc).
I finanziamenti provengono quasi esclusivamente da amministrazioni locali o regionali: il 39 per cento delle imprese innovatrici ha ricevuto questo tipo di incentivi (il 43 pc nell'industria), quasi il doppio della quota media italiana, pari al 21%.
Le imprese che hanno beneficiato, invece, di incentivi nazionali sono solo il 4%, così come quelle che hanno ottenuto un sostegno da parte dell'Unione Europea (le percentuali aumentano al crescere della dimensione aziendale).
Le imprese regionali hanno introdotto innovazioni principalmente per fornire prodotti e servizi di qualità migliore (il 91 pc), per aumentare la propria quota di mercato e la capacità di penetrazione in nuovi mercati (il 78 pc) e per ampliare la gamma di prodotti e servizi offerti alla clientela (il 77 pc). Due imprese su tre hanno ritenuto importante innovare per incrementare la capacità produttiva ed il 62 per cento per migliorare la salute e la sicurezza del lavoro.
Nel perseguimento degli obiettivi aziendali, le imprese innovatrici hanno dovuto affrontare problematiche soprattutto di natura economico-finanziaria, in particolare il 75 per cento di esse (il 70 pc in Italia) ha giudicato troppo elevati i costi per l'innovazione, il 72 per cento ha risentito della mancanza di risorse finanziarie proprie (il 64 pc a livello nazionale) ed il 64 per cento della mancanza di finanziamenti esterni (il 59 pc in Italia). Dai dati emerge che l'importanza attribuita a tali fattori di ostacolo si riduce al crescere della dimensione aziendale.
ARC/Com/RED