La Giunta Regionale


19.03.2015 17:29

VITIVINICOLTURA: VERSO LA COSTITUZIONE DELLA DOC FRIULI

E dopo Vinitaly un approfondimento sulla DOC per il Pinot Grigio.

Udine, 19 mar - Strada spianata alla costituzione della DOC Friuli, per tutte le varietà di vino, rossi e bianchi, spumanti e frizzanti. E confronto rinviato al dopo Vinitaly sull'ipotesi della DOC Pinot Grigio delle Venezie, ovvero per parlare della possibile alleanza con Veneto e Trentino per regolamentare a livello interregionale la produzione di un vino che in queste tre aree del Paese rappresenta l'85 per cento della produzione italiana.

Ma anche condivisione sul fatto che attorno a quel Tavolo sarà necessario ragionare, tutti assieme, sulle strategie complessive del settore vitivinicolo in Friuli Venezia Giulia, che pare soffrire di una crescente debolezza e necessità di un rilancio.

Questi, in sintesi, gli esiti del vertice convocato oggi a Udine dal vicepresidente della Regione e assessore alle Risorse agricole Sergio Bolzonello per affrontare il tema della possibile costituzione di una DOC interregionale del Pinot Grigio, ipotesi sulla quale si sono registrate da parte dei diversi portatori di interesse (produttori, rappresentanti di consorzi, cooperative, associazioni) posizioni contrapposte, sia di favore che di netta contrarietà.

Dunque, l'elemento "emerso oggi in tutta la sua portata", ha detto con soddisfazione Bolzonello, è l'accelerazione dell'iter che porterà dopo anni di riflessioni ad un'unica denominazione di origine controllata: Friuli. "Il che era tutt'altro che scontato", ha sottolineato il vicepresidente. I motivi? La consapevolezza che il Friuli Venezia Giulia ha bisogno di essere riconosciuto come un marchio territoriale, come accade in Francia con lo Champagne o in altre regioni italiane, come ad esempio il Chianti o il Barolo.

Al contrario qui da noi i brand di successo sono quelli di alcune aziende che hanno saputo affermarsi sui mercati nazionali ed internazionali. Per quanto riguarda invece l'eventualità di una DOC interregionale Pinot Grigio, che superi per questo vino l'attuale IGT delle Venezie, una volta chiarito da parte di Bolzonello che "nulla è deciso" ma che si è solo fatta circolare una bozza di disciplinare su cui ragionare, tutti d'accordo che serve un approfondimento sui diversi aspetti della questione.

E dunque, "nel Tavolo che si terrà a partire da aprile cercheremo di fare sintesi sui diversi aspetti, in particolare su governance e quantitativi", ha indicato l'assessore Bolzonello, dichiarando il proprio compiacimento per "il clima costruttivo del confronto di oggi" e sottolineando comunque le opportunità che una scelta in tal senso potrebbe aprire per la stragrande maggioranza dei produttori regionali.

"Anche chi in questi giorni ha manifestato la propria contrarietà al progetto - ha commentato, riferendosi all'ottantina tra aziende ed enotecnici che anche oggi hanno presentato un proprio documento - si è dichiarato disponibile ad individuare una soluzione condivisa, che mantenga compatto il mondo della vitivinicoltura friulana, uno dei comparti trainanti delle nostre attività produttive. Non possiamo permetterci di spaccarci e mantenere una contrapposizione che può portare solo danni alle nostre aziende".

Già oggi, in ogni caso, è stata colta dai presenti l'opportunità di ribadire le diverse posizioni rispetto all'ipotesi di DOC Pinot Grigio delle Venezie (o delle Tre Venezie, come ha proposto qualcuno). C'è il timore che la nuova denominazione offuschi l'immagine delle DOC attuali.

Parallelamente qualcuno non gradisce le proposte di massimali di produzione per ettaro, invero inferiori a quelle dell'attuale IGT delle Venezie, previsto dalla bozza del nuovo disciplinare. Ne risentirebbe la qualità, inversamente proporzionale alla quantità.

All'opposto, la DOC interregionale servirebbe a meglio regolamentare la produzione del Pinot Grigio, per garantire maggiore sicurezza e qualità al consumatore, in termini di controlli che i disciplinari delle DOC prevedono. Dunque, più trasparenza per un vino assolutamente da preservare.

Ma anche chi non ha contrarietà di fondo alla nuova DOC, ritiene comunque necessario non perdere l'Indicazione Geografica Tipica (IGT) Venezia Giulia, che contraddistingue il lavoro e il successo di molti viticoltori di tutte e quattro le province del Friuli Venezia Giulia.

ARC/PPD