La Giunta Regionale


29.06.2017 16:34

Consumo suolo: Santoro, Fvg in positiva controtendenza

Trieste, 29 giugno - "Il Friuli Venezia Giulia è in positiva controtendenza rispetto al resto d'Italia nel consumo di suolo. La legge regionale con cui nel 2015 abbiamo posto uno stop all'abuso di territorio sta dando i segnali attesi nella direzione di una migliore pianificazione dello sviluppo".

Così l'assessore alle Infrastrutture e Territorio del Friuli Venezia Giulia, Mariagrazia Santoro, commenta i dati del rapporto annuale dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), che pone la nostra Regione al terzultimo posto, seguita da Basilicata e Umbria, nella classifica nazionale di consumo di suolo, con una variazione regionale annuale (2015-2016) che mostra un aumento dello 0,07 per cento, contro una media nazionale dello 0,22 per cento.

Anche il consumo pro capite è di 0,8 metri quadrati per abitante all'anno rispetto ad una media nazionale di 1,1 metri quadrati. In termini assoluti sono 15 le Regioni che hanno perso una percentuale di suolo superiore al 5 per cento. Tra queste, Lombardia e Veneto hanno perso entrambe oltre il 12 per cento.

"Due anni fa avevamo raccolto un quadro impietoso del consumo di suolo nella nostra regione" sottolinea Santoro ricordando che "nel periodo tra il 2002 e il 2014 le aree produttive coperte erano passate dai 15.379 ettari ai 16.703 con un incremento dell'8,6 per cento. Nello stesso periodo le aree industriali sono cresciute di 849 ettari, da 13.666 a 14.516, ovvero più 6,2 per cento".

Da qui la decisione di dar vita a una legge per il contenimento dell'uso del suolo e, parallelamente, attivare un canale contributivo per il riuso di immobili abbandonati nei centri storici, che finora, con una copertura finanziaria di 31 milioni di euro, ha sostenuto il recupero di 745 alloggi in 191 comuni di tutta la regione.

"Oggi siamo in controtendenza, come vuole la Comunità Europea che ha imposto un consumo di suolo zero entro il 2050" prosegue Santoro, che aggiunge: "abbiamo imboccato la strada della corretta pianificazione, della tutela del paesaggio e della prevenzione del dissesto idrogeologico causato dall'eccessiva cementificazione, effetti che poco hanno a che fare con la crescita economica, ma sono frutto di politiche prive di programmazione, che non guardano al futuro". ARC/SSA/ppd