La Giunta Regionale


14.07.2014 16:50

AGROALIMENTARE: BOLZONELLO, GRANDI OPPORTUNITÀ DALL' EXPO MILANO 2015

Trieste, 14 lug - "L'Expo Milano 2015 rappresenta una grande opportunità per veicolare e narrare la nostra complessità ed unicità, elementi fondamentali per ottenere un posizionamento di qualità nel contesto concorrenziale nazionale ed internazionale. Per questa ragione l'Expo deve essere interpretato e gestito come un progetto strutturale per l'intero nostro Paese, che ci permetta di costruire relazioni internazionali di cui possa beneficiare anche il nostro agroalimentare. Occorre fare tutto il possibile per evitare che sia prevalentemente un'operazione immobiliare e che si limiti a guardare al numero delle presenze".

Lo ha detto il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia e assessore alle Risorse agricole Sergio Bolzonello, intervenendo oggi a Pordenone alla presentazione dell'indagine "L'agrindustria del Nord Italia verso l'Expo 2015, tutelare il made in Italy per supportare le imprese all'estero", promossa da FriulAdria Crédit Agricole e realizzata da Community Media Research in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Regione Veneto.

Nel corso dell'incontro, cui sono intervenuti anche l'assessore all'agricoltura del Veneto Franco Manzato, il presidente di FriulAdria Antonio Scardaccio, il vicedirettore generale dell'Istituto Gerald Gregoire, e il direttore di Community Media Research Daniele Marini, Bolzonello ha definito "importante" l'indagine, in quanto "offre l'opportunità alle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto, partner dell'iniziativa, di avviare una collaborazione strutturata e un confronto continuativo su un settore chiave dell'economia che vede oggi operare nel Nord Italia il 70% delle aziende del settore primario".

Il vicepresidente ha quindi ricordato l'impegno della Regione a sostegno dell'agroalimentare, comparto che ha definito "strategico" per il rilancio complessivo dell'economia del Friuli Venezia Giulia. "Le nostre azioni - ha precisato - sono indirizzate a rendere l'agroalimentare un elemento cardine per arricchire la nostra regione non solo in termini produttivi ma anche promozionali e culturali. Con il nuovo Piano strategico del turismo, da poco approvato, grande risalto è infatti attribuito al nostro patrimonio agroalimentare, che è composto da un mosaico variegato di eccellenze, molte delle quali ancora da valorizzare appieno. Territorio e comparto agroalimentare diventano quindi elementi complementari ed imprescindibili per la promozione della nostra regione e per soddisfare le richieste dei mercati nazionali ed internazionali".

Bolzonello ha quindi fatto riferimento anche al nuovo Piano di Sviluppo Rurale "decisamente innovativo perché coniuga ambiente e biodiversità, punta a valorizzare e promuovere le nostre ricchezze" e parallelamente "premia gli interventi di aggregazione fra le aziende".

Per quanto riguarda infine il Made in Italy, il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia ha sostenuto che esso, per essere efficace, deve essere pienamente inteso come "sistema Paese", rivendicando in questo senso "uno sforzo maggiore".

L'indagine presentata oggi ha messo in evidenza come la crescente attenzione alla qualità dei prodotti e la sempre maggiore centralità assunta dal cliente hanno favorito lo sviluppo di sistemi di controllo della qualità delle produzioni sempre più raffinati. Ben il 43,2% delle imprese appartenenti al settore agroindustriale nel Nord Italia dichiara di essere dotato della certificazione ISO 9001. La diffusione della certificazione è strettamente correlata alle dimensioni delle aziende, passando dal 29,9% di quelle piccole al 76,4% delle grandi realtà. Analogamente è la propensione all'export a spingere le imprese a dotarsi del riconoscimento.

Dall'indagine emerge anche che l'appuntamento dell'Expo costituisce, secondo gli imprenditori, una vetrina e un'opportunità rilevante per l'intero sistema produttivo nazionale e in particolare per le imprese agroalimentari, le quali chiedono alle istituzioni, oltre alla lotta alla contraffazione e all'alterazione dei cibi, anche una maggiore tutela del Made in Italy all'estero e un contrasto al fenomeno conosciuto come "italian sounding", ovvero l'utilizzo di denominazioni geografiche, immagini e marchi che evocano l'Italia per promozionare e commercializzare prodotti che con il nostro Paese non hanno nulla a che fare. Una concorrenza sleale con un giro d'affari stimato in circa 54 miliardi di euro l'anno (147 milioni di euro al giorno!), oltre il doppio dell'attuale valore delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari (23 miliardi di euro).

ARC/Com/RED