La Giunta Regionale


24.09.2014 18:35

AFGHANI A GORIZIA: PANONTIN, ATTIVATO UN PERCORSO VIRTUOSO PER TUTTI

Trieste, 24 set - Sulla vicenda degli afghani attualmente ospitati a Gorizia nella tendopoli di via Brass, è intervenuto l'assessore alla Protezione civile della Regione Friuli Venezia Giulia Paolo Panontin che ha voluto sottolineare come "sia stato fatto ed attivato tutto quanto necessario per garantire le migliori condizioni di sicurezza per gli ospiti e per la cittadinanza".

A questo proposito, Panontin ha precisato che risaliva alla seconda metà del mese di agosto l'accampamento precario nell'alveo del fiume Isonzo, sul territorio comunale di Gorizia e Gradisca d'Isonzo, realizzato con materiali di fortuna da 80 richiedenti asilo di origine pakistana e afghana. Oltre a rappresentare un problema di ordine pubblico e igienico-sanitario, l'accampamento costituiva un sicuro pericolo per i migranti, visto il grave rischio idraulico rappresentato dai frequenti fenomeni di piena del fiume.

A fronte di questa situazione di pericolo, segnalata il 3 settembre alla Provincia di Gorizia, che ne informava prontamente la Prefettura, l'Azienda per i Servizi Sanitari e la Regione, richiedendone l'intervento di competenza, il Comune di Gorizia non aveva attivato alcuna misura o intervento di soccorso o assistenza a queste persone. Non occorre ricordare che ai sensi dell'articolo 7 della legge regionale 64/1986, il Comune è, con riguardo al territorio di propria competenza, l'Ente di base per la Protezione civile e ha la responsabilità primaria d'intervento per garantire l'incolumità delle persone e/o dei beni e dell'ambiente in caso d'emergenza.

Il Piano Comunale di Emergenza di Protezione civile di Gorizia individua 10 aree di ricovero scoperte sul suo territorio, sulle quali possono essere realizzate delle tendopoli che, ad esempio nel caso di evento sismico, sono in grado di ospitare alcune centinaia di sfollati. Dal momento che la gestione degli stranieri richiedenti asilo è di competenza del Ministero dell'Interno, il prefetto di Gorizia si è attivato per la risoluzione del problema, convocando l'8 settembre un incontro con lo scopo di individuare quanto prima sedi alternative all'insediamento sul fiume, e chiedendo su questo la collaborazione dei Comuni interessati e della Provincia.

Lo stesso prefetto, inoltre, chiedeva al Corpo Forestale Regionale (CFR) e all'Agenzia del demanio del Friuli Venezia Giulia di procedere con assoluta urgenza allo sgombero delle aree occupate lungo l'Isonzo. Nei giorni immediatamente successivi la Provincia di Gorizia individuava in un'area di sua proprietà, il campo sportivo di via Brass a Gorizia, un sito alternativo dove poter ospitare con i necessari requisiti di sicurezza e igiene le persone ancora accampate nell'alveo dell'Isonzo, tramite la realizzazione di una contenuta struttura campale.

Questa risultava l'unica soluzione sul tavolo alla data del 12 settembre, non avendo il Comune di Gorizia individuato alcuna alternativa all'accampamento improvvisato sull'Isonzo, né modalità di assistenza e soccorso da prestare ai richiedenti asilo. Sabato 13 settembre, dopo una riunione operativa di verifica tra la Protezione civile regionale e la Provincia di Gorizia, sono stati, come da prassi, allertati i coordinatori dei Gruppi comunali di Protezione civile dei Comuni di Gorizia, Gradisca d'Isonzo, Romans d'Isonzo, Mariano del Friuli e Farra d'Isonzo, chiedendo la loro disponibilità ad allestire il giorno dopo il campo dei richiedenti asilo nel sito di proprietà della Provincia.

Nel mentre, l'assessore regionale alla Protezione civile informava telefonicamente il sindaco di Gorizia della scelta fatta, senza che lo stesso prefigurasse alcuna soluzione alternativa. Domenica 14 settembre la Protezione civile regionale, con l'ausilio dei volontari, provvedeva a montare 17 tende, due gazebi estensibili 4x4, 101 brandine pieghevoli da campo e due gazebi estensibili 6x3, e consegnava il materiale montato alla Provincia di Gorizia, in qualità di coordinatore delle iniziative spontanee di solidarietà a favore dei migranti del territorio.

A completamento del campo, mercoledì 17, la Protezione civile regionale installava un modulo di servizi igienici carrellato completo di tubo di scarico per la fogna e di tubo di collegamento per l'acqua. Già dopo due giorni, un certo numero di migranti veniva sistemato in strutture stabili e quindi tre tende venivano smontate e recuperate dalla Protezione civile regionale.

ARC/Com/RED