MONTAGNA: VIOLINO, VALORE STRATEGICO PIANO LATTIERO-CASEARIO
Udine, 23 mag - Istituire una struttura di riferimento in grado
di aggregare e coordinare i caseifici. Definire gli strumenti per
la sua gestione. Programmare le azioni che l'organismo dovrà
seguire. Sono questi i tre punti attraverso cui si svilupperà il
Piano di riconversione del settore lattiero-caseario dell'area
montana elaborato dall'Agenzia per lo sviluppo economico per la
montagna- Agemont Spa. Il progetto si prefigge di aumentare il valore delle strutture
associate, che potranno a loro volta retribuire le materie prime
del territorio in modo adeguato e in linea con i costi di
produzione, accrescere l'efficacia delle strategie e le capacità
organizzative e garantire la massima trasparenza nelle fasi di
gestione e relazione. Il Piano, approvato nell'ultima seduta della Giunta regionale su
proposta dall'assessore alle Risorse agricole, naturali,
forestali e Montagna, Claudio Violino, costituisce la fase finale
di un percorso avviato nel 2005, con la stipula di una
convenzione tra la Regione e l'Agemont, che ha portato alla
redazione di un primo progetto di ristrutturazione del settore,
cui ha altresì partecipato l'Ersa. L'ambizione è quella di dare risposta al quesito "cosa vuol
rappresentare l'agricoltura montana del Friuli Venezia Giulia nel
futuro e a quali obiettivi vuole tendere?". Lo scenario è quello
della qualità d'origine e della valorizzazione delle specificità
territoriali a salvaguardia delle aziende agricole di montagna,
dove i consumatori possano contare e ricercare prodotti sani e
genuini e riconoscano nella qualità dei prodotti acquistati una
funzione di cultura, tradizione e territorio. Attraverso il piano di riconversione la Regione intende proporre
una qualità che non sia da considerare come un bene privato, per
il miglioramento esclusivo del reddito aziendale, ma diventi un
bene pubblico, rintracciabile, verificabile e certificabile, che
si identifichi con un unico sistema produttivo, in cui il
caseificio non consideri il latte unicamente come semplice
fattore di produzione e dove l'allevatore capisca di essere un
tutt'uno con lo stesso caseificio. Il piano di riconversione intende quindi stabilizzare
economicamente tale sistema che comprende caseifici ed aziende
d'allevamento, che sono e restano i primi attori nel presidio e
mantenimento del territorio. "Il progetto - commenta Violino - è strategico soprattutto
nell'area montana, dove la marginalità del territorio crea
notevoli difficoltà anche di natura economica nella gestione
delle imprese. Puntare a un progetto comune che sia la base per
il rilancio di un marchio di produzione dell'area montana sarà la
chiave di volta per mantenere sul territorio allevamenti
zootecnici, elemento base per garantire una costante presenza
dell'uomo". ARC/Com/EP
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