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09.02.2023 19:28

Prot. civile: Fedriga-Riccardi, con UniTs per salvare costa e laguna

Grado, 9 feb - "I fenomeni meteorologici avversi, l'innalzamento del livello del mare, il movimento dei sedimenti, le mareggiate sempre più frequenti sono fenomeni globali e interessano anche le coste e le aree lagunari del Friuli Venezia Giulia, in particolare l'isola di Grado. Dobbiamo agire subito per cercare di contenere gli effetti dannosi di questi eventi critici. Possiamo farlo grazie alle elevatissime competenze di cui disponiamo in Regione, dalla Protezione civile, detentrice di conoscenze, tecnologie e promotrice di progetti pilota a livello internazionale, e dell'Università degli studi di Trieste. Prevenire, come ci ha insegnato la lezione del post terremoto del 1976, è la migliore arma per fronteggiare l'evento improvviso: non è la prima né l'ultima che affrontiamo situazioni di criticità. Ci muoviamo per questo con la volontà di restituire alle comunità e alle future generazioni un territorio sicuro e protetto".
Lo hanno sottolineato il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, e il vicegovernatore e assessore con delega alla Protezione civile, Riccardo Riccardi, intervenuti questo pomeriggio a Grado per la presentazione dell'accordo di collaborazione tra Protezione civile della Regione e il Dipartimento di matematica e geoscienze dell'Università degli studi di Trieste per lo svolgimento di ricerche e indagini che hanno l'obiettivo di prevedere le criticità che possono interessare le aree costiere e perilagunari, e contenerle nei loro effetti. Hanno preso parte all'incontro il sindaco di Grado, Claudio Kovatsch, e il pro-rettore dell'Università degli studi di Trieste, Valter Sergo.
"Il fenomeno dell'acqua alta colpisce in particolare l'isola di Grado che ha quote di ingressione marina più basse della costa regionale - hanno spiegato governatore e vicegovernatore -. Grazie all'accordo si potranno studiare interventi per ridurre il numero di eventi di esondazione lungo il Mandracchio e nelle aree più depresse, tenendo conto dell'aumento della frequenza degli eventi eccezionali registrata negli ultimi decenni, con un livello massimo superiore a 140 centimetri nel 2018, 2019, 2020 e 2022, e dell'evoluzione climatica fornita dagli scenari ufficiali che vedono una previsione di innalzamento marino, al 2100 compresa, tra i 28 e 61 centimetri nello scenario più ottimistico, e tra i 52 e 98 centimetri nello scenario più pessimistico".
Queste previsioni si basano sui report dell'Ipcc, il gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico che è il principale organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici.
"Queste previsioni richiedono un'accurata valutazione degli interventi da realizzare, anche strutturali, necessari a garantire la sicurezza dell'isola, sia nel breve che nel medio lungo periodo, a salvaguardia del territorio, della popolazione, degli insediamenti e del patrimonio storico e artistico di Grado, anche a favore delle future generazioni", hanno aggiunto Fedriga e Riccardi.
"Tramite attività di tipo sperimentale si cercherà di dare risposta agli effetti conseguenti a un evento episodico di mareggiata o acqua alta; saranno eseguiti test di valutazione rapida sulle modifiche subite dalla fascia costiera, soprattutto negli ambiti non urbanizzati ma maggiormente fragili in termini di tenuta del sistema difensivo dal lato mare: ad esempio rottura di banchi sabbiosi e tracimazioni sedimentarie".
"Per questa attività concreta, sul campo, sarà attrezzata una squadra operativa dell'università che agirà in previsione di allerta specifici, e subito dopo un evento significativo, con ricognizioni, rilievi e raccolta di dati, di concerto con le procedure di ricognizione che la Protezione civile mette in atto in queste situazioni di emergenza-criticità".
L'accordo sottoscritto oggi, della durata di 3 anni, per un impegno di spesa a favore dell'Università di Trieste di 360mila euro, prevede un'analisi storica delle mareggiate e degli eventi di acqua alta che hanno interessato la costa del Fvg negli ultimi decenni, in particolare le inondazioni, con l'obiettivo di definire l'estensione dei territori interessati da "ingressione marina" ovvero dall'avanzamento dell'acqua del mare.
Prevede anche la predisposizione di mappe di vulnerabilità costiera e rischio da mareggiata lungo i litorali sabbiosi della regione e la definizione delle soglie di inondazione per la quale saranno applicati modelli matematici legati ai valori dell'altezza delle onde e al "periodo" delle onde: tramite simulazioni, l'indagine vuole individuare gli effetti della risalita del moto ondoso. Lo studio sarà svolto in stretta sinergia con la Protezione civile per riprodurre gli scenari di maggiore impatto da mettere in raffronto con l'osservazione degli eventi che accadono nella realtà.
Sarà attualizzato uno studio già realizzato sugli argini della Bassa pianura tra le foci del Tagliamento e del Timavo, con particolare riferimento all'arco lagunare, con rilievi Gps di precisione lungo gli argini interni, fino a Marina Nova. ARC/PT/pph