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02.02.2016 21:07

FUTURE FORUM: SERRACCHIANI, IL SOSTEGNO AL REDDITO NON È UNA FORMA DI ASSISTENZA

"In Friuli Venezia Giulia lo abbiamo chiamato Misura attiva di Sostegno al reddito: è un aiuto temporaneo in base al quale il beneficiario stringe un Patto con la Regione che gli dà un aiuto in cambio di un impegno a riqualificarsi professionalmente attraverso corsi di formazione o a prendersi un impegno sociale".

Udine, 2 feb - "In Friuli Venezia Giulia lo abbiamo chiamato Misura attiva di Sostegno al reddito: non è una forma assistenziale ma un aiuto temporaneo, in base al quale il beneficiario stringe un Patto con la Regione che gli dà un aiuto in cambio di un impegno a riqualificarsi professionalmente attraverso corsi di formazione o a prendersi un impegno sociale".

Lo ha affermato la presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani intervenendo alla seconda giornata del Future Forum in Camera di Commercio a Udine, alla tavola rotonda Cosa si può fare per cambiare direzione nel nostro Paese? Soluzioni ortodosse ed eterodosse, moderata da Antonio Polito del Corriere della Sera, con Stefano Sacchi dell'Università La Statale di Milano ed Emanuele Ferragina di Sciences Po Paris e Università di Oxford.

"Per questa ragione - ha spiegato Serracchiani - sono contraria a un provvedimento definito reddito minimo garantito, anche perché in Italia c'è una parte del Paese che pensa che uno venga pagato per restare a casa".

Nei suoi interventi la presidente ha quindi spiegato che "il Friuli Venezia Giulia è un microcosmo che ha avuto la possibilità di compiere delle azioni in modo più determinato perché ha una situazione di Bilancio e di tessuto sociale migliori rispetto ai numeri che può avere il nostro Paese" e ha citato il rapporto debito / PIL del Friuli Venezia Giulia "che è al 2%, notevolmente più basso di quello nazionale e, se hai i conti in ordine - ha detto - puoi permetterti di fare delle cose che in altre situazioni sono invece frenate".

Parallelamente ha anche indicato come "scontiamo un tasso demografico fra i più bassi in Italia: è l'immagine di un Paese che invecchia tanto e che deve riadattare una parte del sistema del Welfare".

In proposito ha portato l'esempio di quanto fatto in Friuli Venezia Giulia, in particolare con la Riforma della Sanità regionale, "necessaria perché dagli inizi degli Anni Novanta, dopo che erano stati costruiti tanti ospedali, la società è cambiata, sono aumentati i malati cronici e le esigenze sono profondamente diverse".

Per Serracchiani, inoltre, sono positive le ricadute derivanti dalle modifiche apportate dalla Riforma cosiddetta Jobs Act: "siamo la prima regione in Italia per numero di contratti a tempo indeterminato con un +83%". E ha anche ricordato la Riforma del Settore Casa, appena approvata, di cui ha sottolineato la possibilità, anche per chi ha contratti non a tempo indeterminato, di accedere alle garanzie regionali.

Ferragina si è soffermato in particolare sugli aspetti legati al Welfare State "che in Italia è caratterizzato - ha precisato - da un sistema fatto di leggi non omogenee mentre in altri Paesi è più universale". Secondo Ferragina serve una riduzione della disuguaglianza e della povertà: "si basa su questo il modello sociale europeo, mentre l'Italia è uno dei Paesi che riduce meno degli altri la povertà e ha il peggior sistema di Welfare dell'Unione Europea a 15 nella riduzione della disuguaglianza".

Per Stefano Sacchi, invece, le riforme sul lavoro introdotte dalla metà degli Anni Novanta non hanno funzionato e hanno portato una riduzione del tasso di crescita della produttività. Le risposte del Governo a questi problemi, sempre per Sacchi, sono state anche l'introduzione della Riforma dei contratti di lavoro che ha come obiettivo quello di "creare più occupazione attraendo investitori e nel breve tempo creare una migliore occupazione e quindi maggiore produttività".

ARC/LP/Com