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17.11.2017 16:48

Politiche sociali: Telesca, Mia dà risposte a oltre 50 mila persone

Udine, 17 novembre - "La Misura attiva di sostegno al reddito regionale (Mia), introdotta a fine 2015, costituisce una componente importante nel contrasto alla povertà; ha saputo dare risposte ad oltre 50 mila persone, all'interno delle quali una fascia rilevante è rappresentata dai minori, facendo emergere i nuovi poveri e riavvicinando coloro che erano stati precedentemente esclusi da altre misure". Lo ha detto l'assessore regionale alle Politiche sociali, Maria Sandra Telesca, durante il convegno su "La misura di contrasto alla povertà. L'esperienza del Friuli Venezia Giulia" che ha fatto una prima valutazione su alcuni strumenti messi in campo a livello regionale e nazionale per contrastare le povertà. Il confronto ha riguardato la Misura di inclusione attiva (Mia) del Friuli Venezia Giulia, il Sostegno nazionale all'inclusione attiva (Sia) del 2016 e il reddito di inclusione (Rei) che sostituirà il Sia a partire dal 2018. "Le innovazioni introdotte nel sistema prevedono, nel percorso di sperimentazione, anche l'analisi delle criticità con i relativi correttivi da porre in essere, ma queste criticità non devono oscurare la bontà e la portata straordinaria degli interventi", ha osservato Telesca ribadendo come la Mia sia "una misura necessaria e lo evidenziano i numeri: i nuclei beneficiari della misura, dal 2015 ad oggi, sono 18.800 con oltre 51 mila persone prese in carico, circa il 4,2 per cento della popolazione regionale residente". "L'amministrazione regionale in questi anni - ha spiegato Telesca - ha dialogato e collaborato con gli attori del Terzo settore, come la Caritas, riconoscendo a questi interlocutori gli sforzi e le energie investite sul territorio, il supporto alle attività dei servizi e, molte volte, la capacità propositiva e la spinta all'innovazione". Per affrontare le sfide e i cambiamenti in atto nella società, Telesca ha evidenziato la necessità di investire sull'assetto organizzativo dei servizi, le cui componenti sociali, lavoristiche e di orientamento - formazione devono lavorare in un'ottica integrata. "Questa amministrazione ha deciso di investire in misura ancora maggiore e di rivedere completamente le proprie politiche del settore sociale" ha precisato l'assessore, ricordando come fra gli obiettivi della Mia vi è anche il contrasto all'esclusione sociale attraverso un sostegno economico di integrazione al reddito erogato nell'ambito di un patto di inclusione ovvero un percorso concordato con i servizi pubblici competenti in materia di servizi sociali e di lavoro e finalizzato a superare le condizioni di difficoltà delle persone. La misura prevede anche il rafforzamento dell'economia sociale attraverso la promozione dell'innovazione sociale e la valorizzazione dell'integrazione tra pubblico, privato e terzo settore. Integrazione, quest'ultima, fondamentale per Telesca: "i servizi pubblici e il Terzo settore già collaborano, ma tale rapporto deve svilupparsi, diventare strutturato e organizzato. Dal territorio emergono buone prassi che vanno rese utilizzabili in tutti i contesti, anche al fine di garantire una maggiore omogeneità e migliori livelli di fruizione". Durante il convegno sono stati sottolineati alcuni dati, a partire dall'incremento degli utenti dei servizi sociali dei Comuni, in questa legislatura: da poco più di 52.000 a quasi 63.000. L'incremento nel 2016 è pari al 5,8 per cento (+6,9 per cento nel 2015) e la Mia ha rappresentato il vettore principale di questo aumento di utenza tanto da cambiare la composizione degli utenti: l'area adulta con 31.183 unità rappresenta la prima categoria seguita e circa la metà dell'utenza totale. La Regione, oltre alla Mia, come è stato illustrato nel convegno, ha mantenuto gli interventi promozionali verso le famiglie (carta famiglia, abbattimento rette nidi e associazionismo familiare) e quelli socio-sanitari rivolti ad anziani e disabili. Dal 2013 al 2017, l'impegno economico riferito al settore sociale è cresciuto, ma soprattutto è aumentato l'impegno volto al contrasto della povertà e all'inclusione socio-lavorativa. Si è passati dai 13 milioni e 388mila euro del 2013 agli oltre 76milioni di euro nel biennio 2016 e 2017. Prendendo a riferimento il solo 2016, i beneficiari della Mia sono stati circa 15.800 nuclei familiari con 43.022 persone di cui 14.320 sono minori (33 per cento dell'utenza coinvolta). Gli ambiti di Trieste e Udine registrano il 50 per cento della distribuzione della misura sul territorio (29,7 per cento e 20 per cento). L'utenza prevalente è italiana mentre il profilo riferito alla condizione professionale dei richiedenti rileva come i disoccupati siano il 44,6 per cento, gli occupati il 34,6 per cento, l'8,2 percento è rappresentato dai pensionati, il 9,1 per cento da casalinghe e lo 0,5 per cento da studenti. I rappresentanti dell'osservatorio delle Povertà e delle Risorse delle Caritas diocesane del Friuli Venezia Giulia intervenuti all'evento si sono focalizzati, in particolare, sul punto di vista dei beneficiari della misura promossa dalla Regione Fvg attraverso le interviste a 33 persone che ne hanno usufruito mentre una prima valutazione del Sia e l'applicazione in Regione è stata approfondita da Urban Nothdurfter dell'Università di Bolzano e Servizio sociale del comune di Pordenone. A trattare le misure di contrasto alla povertà in Italia è intervenuta Nunzia De Capite della Caritas italiana. Presenti all'incontro anche il consigliere regionale Vittorino Boem, il direttore della Caritas della diocesi di Udine don Luigi Gloazzo e l'assessore ai Diritti e all'Inclusione sociale del Comune di Udine, Antonella Nonino. ARC/LP/ep
 

 
a margine del convegno "La misura di contrasto alla povertà: l'esperienza del Friuli Venezia Giulia", rilasciate a Udine il 17 novembre 2017