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21.10.2014 14:37

CULTURA: TORRENTI, ORGOGLIO PER LA MISSIONE UNIUD NEL KURDISTAN IRACHENO

Udine, 21 ott - Si è conclusa con successo la Missione archeologica dell'Università di Udine in Assiria, che ha individuato quasi 500 siti grazie ai quali sarà possibile ricostruire più di 10.000 anni di storia - dall'8000 a.C. ad oggi - della Mesopotamia antica, nel Kurdistan iracheno settentrionale.

I risultati di tre campagne del Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (PARTeN), guidato dall'Università di Udine (UNIUD) e sostenuto anche dal Ministero degli Affari esteri e dalla Regione Friuli Venezia Giulia, sono stati illustrati oggi a Udine alla presenza dell'assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti.

La Regione FVG ha sostenuto l'impegno di questa missione attraverso Informest, l'Agenzia per lo sviluppo e la cooperazione economica internazionale che ha compartecipato al finanziamento con due tranche da 80.000,00 (2012) e 25.000,00 euro (2013) per l'acquisto di attrezzature tecniche e per lo svolgimento delle attività di scavo.

"La Regione FVG è orgogliosa di sostenere un progetto di tale qualità in un'area straordinaria per la sua ricchezza archeologica", ha commentato Torrenti. L'Iraq settentrionale nel suo complesso non era mai stato oggetto di studi moderni e sistematici prima d'ora e l'Università di Udine ha ricevuto dalle autorità regionali del Kurdistan e da quelle centrali di Baghdad una concessione per la ricerca archeologica in un territorio di 3.000 chilometri quadrati, la più ampia licenza che sia mai stata rilasciata a una missione straniera in Iraq.

Il patrimonio archeologico e storico-culturale di queste terre viene oggi distrutto e saccheggiato dalle incursioni degli jihadisti dello Stato Islamico. "La risposta migliore è continuare con operazioni come questa che presentiamo oggi, per la quale ringrazio il Ministero, l'Università di Udine, la Regione Friuli Venezia Giulia e tutti i partner, e dimostrare così che queste terre sono ricche di storia. Noi continuiamo nell'impegno di valorizzazione della parte del nostro territorio in cui siamo al potere", ha affermato il governatore di Dohuk, Farhad Atrushi.

Il ringraziamento al Governo italiano "per essere stato sempre vicino al popolo curdo con un lavoro enorme", è stato espresso da Rezan Kader, alto rappresentante in Italia del Governo regionale del Kurdistan in Iraq. "Il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi - ha ricordato Kader - è venuto in visita ufficiale in Kurdistan per ascoltare i rifugiati e per dimostrare loro solidarietà. L'Italia ha fatto tanto e potrà fare ancora molto per noi. Ha compiuto passi importanti, sia politicamente che militarmente".

Secondo Kader, l'Italia, culla di civiltà e cultura, potrà ancora essere decisiva per tutelare e valorizzare l'enorme patrimonio culturale della regione. "L'ISIS ha distrutto moltissimo e dovevamo intervenire molto prima", ha affermato Kader, rivolgendo infine un accorato ringraziamento a Papa Bergoglio per il sostegno e la preghiera rivolta alla popolazione curda.

Gli studiosi hanno presentato il bilancio di tre anni di ricerche e gli sviluppi futuri della missione condotta nelle terre dell'antico impero Assiro e della sua capitale Ninive, l'odierna Mosul, e che è riuscita a portare alla luce una serie di necropoli risalenti a periodi dal 2700 al 600 a.C. e uno straordinario impianto di irrigazione con complesse strutture idrauliche che "non ha pari nel mondo antico", è stato sottolineato.

Proprio nelle campagne di Mosul la terza campagna di ricerche dirette da Daniele Morandi Bonacossi nella provincia di Dohuk ha permesso di rinvenire gli insediamenti di migliaia di prigionieri di guerra dei sovrani assiri che, nel primo millennio a.C., deportarono oltre 1.300.000 persone. "Analisi di laboratorio - ha spiegato Daniele Morandi Bonacossi - potranno rivelare se ci troviamo di fronte a individui nati e cresciuti a Tell Gomel, sito famoso perché nella sua pianura nel 331 a.C. Alessandro Magno sconfisse il re persiano Dario III, o provenienti da regioni più lontane, consentendo di acquisire così le prove di uno dei più antichi crimini di guerra della storia".

Alla presentazione sono intervenuti il rettore dell'Università di Udine Alberto Felice De Toni, Pietro Fontanini e Furio Honsell, presidente della Provincia e sindaco di Udine; Nino Merola, della Direzione generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari esteri; Hassan Ahmed Qasim, direttore delle antichità di Dohuk; Paolo Mauriello, direttore dell'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR); Lionello D'Agostini, presidente della Fondazione CRUP; Alberto Giorgiutti, dello Studio Giorgiutti e Associati; Neil Harris, direttore del Dipartimento di Storia e tutela dei beni culturali dell'Università di Udine.

I risultati delle ricerche sono stati illustrati nel dettaglio oltre che dal direttore della missione Morandi Bonacossi, anche da Frederick Mario Fales, epigrafista (UNIUD), da Roberto Orazi, dell'Istituto per le tecnologie applicate ai beni culturali del CNR di Roma, direttore del Progetto di documentazione, tutela e valorizzazione del patrimonio culturale del Kurdistan iracheno settentrionale e da Marco Iamoni (UNIUD), vice direttore del progetto PARTeN.

ARC/EP