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09.10.2017 17:49

Lavoro: Panariti, contrastare sommerso per transfrontalieri

Trieste, 9 ottobre - "Per affrontare i problemi legati al lavoro transfrontaliero in Friuli Venezia Giulia, primo fra tutti quello del sommerso, bisogna innanzitutto attuare un serio monitoraggio su quali e quante sono le persone, provenienti da Croazia e Slovenia, che ogni giorno superano il confine per venire a lavorare nella nostra regione".

Lo ha detto oggi a Trieste l'assessore regionale al Lavoro, Loredana Panariti, nel corso dell'incontro promosso nell'ambito del progetto di partenariato europeo Euradria il cui obiettivo è quello di contribuire alla creazione di un mercato comune del lavoro attraverso l'identificazione dei flussi e la rimozione degli ostacoli alla mobilità ancora presenti in questa specifica area geografica che comprende, oltre al Friuli Venezia Giulia, anche i territori di Goriška, Obalno-Lraška e Notranjsko-kraška in Slovenia e le contee dell'Istria e del Primorje-Gorski kotar in Croazia.

Le questioni connesse al lavoro transfrontaliero, come ha rilevato l'assessore, sono molteplici e devono essere affrontate distintamente, coerentemente a quelle che sono le competenze delle istituzioni interessate. A tal riguardo, Panariti ha approfondito il tema relativo alla possibilità che i transfrontalieri che perdono il lavoro possano accedere ai servizi erogati dalla Regione per la ricollocazione professionale.

In questo senso l'assessore ha individuato in Eures, l'asse del programma europeo EaSi che ha lo scopo di incentivare la circolazione dei lavoratori all'interno dello spazio europeo, il soggetto idoneo a farsi carico del problema, approfondendo gli aspetti giuridici e sociali e avviando una sperimentazione in Friuli Venezia Giulia affinché anche i transfrontalieri possano essere riqualificati attraverso gli strumenti offerti dalla Regione.

Tra gli altri problemi emersi nel corso dell'incontro, a cui hanno partecipato rappresentanze sindacali di Italia, Croazia e Slovenia, anche quello della doppia imposizione fiscale sul reddito e della conseguente necessità di un maggior dialogo fra le rispettive Agenzie delle entrate.

Infine, pur non esistendo cifre ufficiali relative al numero di persone che quotidianamente da Slovenia e Croazia passano la frontiera per andare a lavorare in Friuli Venezia Giulie, alcune elaborazioni dell'Università di Trieste stimano attorno ai diecimila i lavoratori coinvolti in questo flusso. In riferimento a ciò, sarebbe proprio l'attitudine al lavoro nero, che connota storicamente il pendolarismo transfrontaliero nella nostra regione, a rendere particolarmente difficile un computo ufficiale. ARC/GG/fc