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09.03.2018 20:13

8 marzo: Panariti, l'unica lotta che si perde è quella che s'abbandona

Palmanova (Ud), 9 marzo - "L'unica lotta che si perde è quella che si abbandona e la tenacia delle donne di Plaza de Mayo è il simbolo di una lotta personale e sociale sublimata nella difesa stessa dell'identità e della condizione umana".

Nelle parole dell'assessora regionale alle Pari opportunità, Loredana Panariti, si racchiude tutta l'intensità di una testimonianza che a 40 anni di distanza ha rievocato la forza attuale dei movimenti femminili che in Argentina hanno combattuto per ottenere verità sui desaparecidos.

Una testimonianza che si è dispiegata in "Donne resistenti, un'intervista con la storia: le madri e le nonne di Plaza de Mayo", incontro che ha aperto la rassegna Donnaedintorni, organizzata dall'amministrazione comunale in occasione dell'8 marzo.

Ospiti dall'Argentina Carolina Rut Pesino e Elsa Pavon che, come ha sottolineato Panariti, "hanno dato rilievo e memoria a un movimento femminile che ha fatto la storia dei diritti umani del secolo scorso, portando fino a noi le ferite mai rimarginate di donne che hanno opposto alla sofferenza individuale una lotta sociale destinata ad imporre il coraggio alla paura".

Intensi e toccanti i racconti e le riflessioni che si sono alternate tra Carolina Rut Pesino, psicoanalista e docente della facoltà di Psicologia dell'Universidad Nacional de Buenos Aires e presidente del comitato per la difesa della salute, dell'etica professionale e dei diritti umani ed Elsa Pavon, membro dell'Associazione "Madres de Plaza de Mayo - Linea Fundadora", attiva e instancabile sostenitrice della tutela dei diritti umani.

Un racconto a più voci, coordinato dalla giornalista Luana De Francisco, che ha permesso di ricostruire l'esperienza della Pavon come attivista nel campo dei diritti civili per perseguire la verità sulla scomparsa dei figli e per rivendicare il diritto al ricongiungimento con i nipoti biologici. Un racconto vivo giunto proprio dalla donna che per prima nella storia del movimento ha ottenuto la possibilità di trovare e riconoscere la nipote, figlia di Monica, scomparsa nel 1978 assieme al genero e alla piccola, allora di soli 23 mesi.

Su 500 bambini scomparsi, solo 127 sono quelli tuttora ritrovati; "tutti gli altri impongono come ci ha mostrato stasera questa donna straordinaria che la lotta continui a difesa di un'identità che non si ricompone senza verità e di una verità che è condizione essenziale per la giustizia" ha concluso Panariti. ARC/SSA/ppd