Dal lockdown persi 3mld di consumi, meno della media del Nordest
Udine, 17 set - Il clima di fiducia da parte degli
imprenditori e dei cittadini è meno negativo rispetto alle
previsioni di giugno e anche i dati congiunturali mostrano una
ripartenza del Friuli Venezia Giulia più rapida che nel resto
d'Italia.
È questo in sintesi il risultato di un'indagine dell'Osservatorio
Confcommercio Fvg curata da Format Research, effettuata su un
campione di oltre 1500 imprese e cittadini residenti in Friuli
Venezia Giulia che ha evidenziato un indice di fiducia
nell'andamento economico di soli 5 punti (28 contro 33) al di
sotto dell'indice di fiducia pre-Covid.
L'indagine è stata presentata stamattina nella sede della Camera
di Commercio Pordenone-Udine dal direttore scientifico della
società di ricerca, alla presenza anche dell'assessore regionale
alle Attività produttive. Per quest'ultimo i risultati
dell'indagine rappresentano una conferma dell'efficacia delle
misure adottate dall'esecutivo regionale con le quali affrontare
la pandemia sia dal punto di vista sanitario che con riguardo al
contrasto agli effetti della crisi economica. Misure che sono
state concertate con le categorie economiche e che per questo
hanno trovato la miglior aderenza con le esigenze degli
imprenditori. L'Amministrazione del Friuli Venezia Giulia guarda
ora al traguardo della nuova legge regionale per l'economia, che
arriverà in Aula a novembre, e alla nuova legge sul commercio
regionale, da approntare in primavera; allo stesso tempo auspica
nella riforma fiscale statale e in rinnovate misure di sostegno
al reddito delle famiglie.
La demografia delle imprese del terziario (51mila nel Fvg)
registra in ogni caso un saldo negativo a giugno 2020 che è il
più basso degli ultimi dieci anni. Sono state perse 507 imprese,
di cui 173 a Udine, 146 a Trieste, 101 a Pordenone, 87 a Gorizia,
più per la carenza di nuove aperture che per le chiusure
definitive. Per contro, il dato relativo alla ripresa della
liquidità delle imprese è attestato al 44 per cento entro la fine
dell'anno, contro il 26 per cento a livello nazionale.
Quanto ai consumi, il calo più consistente riguarda quelli fuori
casa (soprattutto ristorazione e alberghiero), fortemente
depressi in Friuli Venezia Giulia dalla paura del contagio ma
anche dalla diffusione dello smart working che limita l'accesso
alla spesa. Nel complesso, nel 2020 andranno persi 116 miliardi
di euro in Italia e poco meno di 3 miliardi in Friuli Venezia
Giulia. Pur in un contesto di crisi generalizzata, il calo dei
consumi in regione (-12,2 per cento) si conferma meno pesante
rispetto alla media del Nord Est (-13,3 per cento).
Il miglior posizionamento del Fvg rispetto alla media nazionale è
dovuto anche alla gestione dell'emergenza, giudicata "efficace"
nelle azioni a difesa della salute pubblica. È così per l'80% dei
cittadini della regione. Il dato è ancor più accentuato nei
territori delle ex province di Udine e Pordenone (rispettivamente
82 per cento e 81 per cento). Allo stesso modo, sono apprezzati i
provvedimenti a sostegno dell'economia: lo conferma il 64 per
cento dei cittadini, valore che sale al 74 per cento isolando gli
imprenditori. Anche in questo caso, le valutazioni più elevate si
registrano a Udine e Pordenone, meno a Trieste e Gorizia.
Infine, l'88 per cento dei cittadini ritiene che il Paese non sia
ancora uscito definitivamente dall'emergenza sanitaria. Sette
persone su dieci si aspettano una nuova ondata di contagi in
regione a partire dal prossimo autunno.
ARC/SSA/al