Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

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Resoconto dell'incontro di Forni di Sopra su: "Turismo nelle vallate dell'orso"

Il giorno 17 maggio 2012, alle ore 20.30 si è tenuto a Pontebba, l’incontro “Turismo nelle vallate dell’orso”, organizzato nell’ambito del progetto LIFE ARCTOS “Conservazione dell'Orso bruno: azioni coordinate per l'areale alpino e appenninico” (www.life-arctos.it).

La serata è stata ospitata nella sede del Parco Naturale Dolomiti Friulane, grazie alla disponibilità del Comune di Forni di Sopra e del Parco stesso.
All’incontro, il secondo dedicato agli operatori turistici dopo quello di Tarvisio (UD) dello scorso anno, hanno partecipato circa 27 persone, tra cui 10 operatori turistici. Erano stati invitati tutti i titolari delle strutture ricettive alberghiere ed extra-alberghiere, oltre a uffici, enti, consorzi e associazioni operanti nel settore turistico in Carnia e zone limitrofe.
 
Paolo Pellarini, guida naturalistica locale e collaboratore del Parco, ha introdotto la serata focalizzando l’attenzione del pubblico sul fatto che fauna e naturalità siano risorse per il territorio.
 
Il personale della Regione (Servizio caccia, risorse ittiche e biodiversità della Direzione centrale risorse rurali, agroalimentari e forestali) ha presentato il progetto LIFE ARCTOS, ha illustrato la presenza sporadica di orsi in Friuli Venezia Giulia (almeno 9 orsi nel periodo 2008-2011, tutti maschi) descrivendo i danni causati e ricordando che grazie al progetto la Regione sta fornendo gratuitamente le recinzioni elettrificate.
 
È stato poi il turno di Carlo Frapporti, un profondo conoscitore degli orsi grazie alla sua esperienza trentennale in materia, già responsabile dell’Ufficio faunistico del Servizio Foreste e Fauna della Provincia Autonoma di Trento ed ora incaricato dal WWF Italia quale consulente del progetto LIFE ARCTOS. Frapporti ha parlato delle caratteristiche della specie, delle sue abitudini e della prevenzione dei danni mediante recinzioni elettrificate da applicare agli apiari e ai ricoveri notturni degli animali allevati, specificando gli accorgimenti necessari a garantire l’efficacia delle stesse. L’argomento “orso” dev’essere affrontato più che altro sul piano sociale e politico, considerato che dal punto di vista tecnico le conoscenze sono abbastanza consolidate. Nelle zone che ospitano popolazioni stabili del plantigrado (es. Trentino e Appennino centrale) accade troppo spesso che gli organi di informazione alla ricerca del sensazionalismo presentano i fatti in modo strumentale, creando ingiustificato allarme nelle persone. In realtà in Italia negli ultimi 180 anni non si registrano né incidenti mortali per l’uomo, né episodi di aggressioni deliberate da parte di orsi. Anche in altri Paesi europei, dove le densità di orsi sono ben maggiori, negli ultimi 20-25 anni non si registrano incidenti mortali, ad eccezione della Romania dove centinaia di orsi sono stati allevati e poi liberati. In questo caso gli orsi, essendo stati nutriti direttamente dall’uomo, hanno sviluppato un’innaturale confidenza verso le persone, diventando pericolosi. Ecco perché è sbagliato fornire cibo direttamente o indirettamente (rifiuti) agli orsi, come a tutti gli animali selvatici.
 
Gli interventi del pubblico sono stati numerosi, riferiti in particolare al tema della sicurezza. Frapporti ha quindi potuto rassicurare i presenti merito alla pericolosità degli orsi. Gli incidenti verificatisi all’estero, molti dei quali non mortali, sono infatti conseguenti ad azioni di caccia nei confronti dell’orso, analogamente a quanto accade nella caccia al cinghiale.
L’orso rimane un animale potenzialmente pericoloso, soprattutto in situazioni particolari: esemplare ferito; femmina con piccoli; individuo in alimentazione su una carcassa; orso attaccato da un cane; orso in tana. In caso di “incontro” con il plantigrado è buona norma parlare a voce alta e allontanarsi con cautela. Esperimenti scientifici hanno infatti dimostrato che l’orso si allontana o, meno frequentemente, manifesta indifferenza. Si tratta infatti di un animale non aggressivo, che non attacca l’uomo se non è provocato.
 
Come detto la serata faceva parte di una serie di appuntamenti finalizzati ad accrescere l’informazione e la partecipazione dei fruitori del territorio, organizzati nell'ambito del LIFE ARCTOS un progetto quadriennale (2011-2014) presentato dal Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise in collaborazione con la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e altri otto partner (Regioni Abruzzo, Lazio e Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Parco Naturale Adamello Brenta (TN), WWF Italia, Università La Sapienza e Corpo Forestale dello Stato). Il progetto è supportato dallo strumento finanziario comunitario per l’ambiente LIFE+ Nature, che sostiene i progetti per la tutela e la valorizzazione della biodiversità.
Oltre alle azioni di informazione, il progetto LIFE ARCTOS prevede in regione la distribuzione di recinzioni elettrificare per prevenire danni ad allevamenti ed apiari, il monitoraggio sistematico della popolazione di orso con tecniche genetiche non invasive, la redazione delle linee guida comuni a livello di arco alpino centro-orientale per il monitoraggio stesso, l’istituzione di due gruppi di intervento rapido per la gestione degli orsi confidenti o problematici e, infine, attività di sensibilizzazione nelle scuole. Il progetto LIFE ARCTOS non prevede interventi di ripopolamento tramite la liberazione di orsi.




INFO: 
 Umberto Fattori
            umberto.fattori@regione.fvg.it
            tel. 0432 555660
            Alessandro Rucli
            alessandro.rucli@regione.fvg.it
            tel. 0432 555651

 


FOTO:  Gentile concessione di Carlo Frapporti.-