Un rapporto di lavoro può finire per un fatto imprevisto (come il licenziamento o le dimissioni) o perché così era stabilito già al momento dell’assunzione o per una ragione comunque prevedibile. Si parla in questi casi di conclusione naturale del rapporto di lavoro. Ad esempio contratto a termine, apprendistato,lavoro parasubordinato sono contratti che danno vita a rapporti che fin dall'inizio hanno una scadenza e, al momento prestabilito, si chiudono senza necessità di atti particolari né da parte del datore né da parte del lavoratore. Già dal momento della loro stipula, sia il datore che il dipendente conoscevano a priori la durata del rapporto che andavano ad iniziare e l'arrivo del momento della scadenza del termine rappresenta la conclusione naturale della relazione lavorativa.
Diverso è il caso del contratto a
tempo
indeterminato. In questo caso non vi è alcuna scadenza già fissata. Salvo il caso di
scioglimento anticipato, il rapporto continua fino al momento in cui il lavoratore è in possesso
dei requisiti fissati dalla legge per ottenere la pensione. Arrivati a questo momento, fatidico per
molti lavoratori, il dipendente non ha più diritto (né l'interesse probabilmente) a continuare a
lavorare e il datore è libero di interrompere il rapporto.
Per ulteriori informazioni in merito, consulta la sezione dedicata alle pensioni contenuta
nel sito dell'INPS.