In linea generale possono essere definiti soggetti
occupati quelli che percepiscono un guadagno tramite lo svolgimento di un'attività
lavorativa.
Non è compreso, quindi, in questa categoria chi svolge un'attività non retribuita, ad esempio
il volontariato (il che non vuol dire che facendo il volontario non si possano costruire molte
competenze utili per la professione!).
Per misurare l'occupazione si utilizza il cosiddetto
tasso di occupazione che indica la capacità del mercato di creare impiego e utilizzare le
risorse umane disponibili. Il tasso di occupazione di un certo territorio è il rapporto tra persone
occupate e popolazione in età lavorativa. Permette di calcolare in percentuale il grado di
coinvolgimento nel mercato del lavoro delle persone potenzialmente attive, poiché esclude i
giovanissimi e gli anziani.
Il tasso di occupazione (così come l'altra faccia della medaglia, cioè il tasso di
disoccupazione) è molto importante in quanto permette di studiare e analizzare a fondo l'andamento
del mercato del lavoro e suggerisce le opportune scelte di politica economica e industriale da
adottare.
Inoltre, è un dato che fornisce una visione dello stato di salute dell’intera economia nazionale e dei consumi. I mercati solitamente reagiscono positivamente ad un aumento del tasso di occupazione, poiché ciò significa una maggiore domanda di beni e un miglioramento dell’economia generale.