23 novembre 2015 (ore 20.30)
Trieste, Politeama Rossetti - Sala Assicurazioni Generali
di Gianni Borgna
ispirato ai testi di Pier Paolo Pasolini
regia di Antonio Calenda
con Roberto Herlitzka
scene di Paolo Giovanazzi
luci di Nino Napoletano
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
23 novembre 2015 – (ore 20.30)
Trieste, Politeama Rossetti - Sala Assicurazioni Generali
Ritorna in scena per una sola sera nella grande sala del Politeama – fra gli eventi in occasione
del quarantesimo anniversario della morte di Pier Paolo Pasolini – uno spettacolo singolare,
costruito attorno a un monologo presago, quasi divinatorio che da un lato fa omaggio al pensiero
del grande artista e intellettuale – attraverso l’evocazione della sua opera letteraria e poetica,
e dall’altro sancisce la grande capacità profetica dello scrittore, sul piano sociale e politico.
Una giovinezza enormemente giovane che il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia
ha costruito sulla figura di Pier Paolo Pasolini, si sviluppa attorno a questo nucleo concettuale,
all’idea – che avevano condiviso l’autore Gianni Borgna e il regista Antonio Calenda – di
riflettere, attraverso le parole di Pasolini, sul mondo attuale, che egli aveva in qualche modo già
intuito e adombrato nei suoi scritti. Ne nasce una messinscena rievocativa ma anche profondamente
evocativa della sua capacità di “vedere politicamente” la società ed i suoi mutamenti.
Un “vedere politicamente” di cui l’autore del monologo Gianni Borgna – recentemente scomparso
– è stato un vero testimone culturale. Egli infatti – da segretario della FGC romana – ebbe modo di
essere molto vicino a Pasolini, di sperimentare la generosità con cui si dedicava ai giovani di
sinistra, nei quali ravvedeva il virgulto di una realtà allora in forte divenire. Successivamente
Borgna si è dedicato con profonda attenzione allo studio della figura e del pensiero pasoliniano.
E proprio dalla sua morte – sempre rimasta oscura – Antonio Calenda trae ispirazione per l’i
ncipit dello spettacolo: una musica, rumori nel buio, un corpo a terra. Un’immagine forte da cui il
protagonista avvia il proprio monologare. Come se Pasolini stesso fosse testimone della propria
fine e in quel misterioso istante, si lasciasse andare a un flusso di riflessioni sul mondo che ha
lasciato e sulle sue evoluzioni di cui non potrà più essere testimone critico e acuto, pur avendole
intuite: l’immagine di una Roma così diversa dalla sua, città multietnica, con l’idea che il bene
più grande sia la ricchezza, che la storia e la cultura non possano essere che quelle borghesi...
Temi con cui oggi quotidianamente ci confrontiamo, e che il suo pensiero, la sua ricchezza poetica,
ci insegnano ancora ad attraversare con la necessaria consapevolezza.
I riferimenti a tale pensiero pasoliniano, e al corpo della sua opera letteraria pervadono il
monologo, affidato a Roberto Herlitzka, uno degli interpreti di più intenso spessore poetico e
drammatico della scena italiana. Al debutto al Mittelfest 2013 lo spettacolo è stato accolto da una
standing ovation e l’esito si è ripetuto durante le repliche a Trieste, in tournée in Italia (sold
out al Piccolo Teatro di Milano, al Teatro Argentina di Roma) e all’estero. Lo spettacolo che ha
avuto la nomination per il miglior attore di monologo al Premio Le Maschere del Teatro, è molto
richiesto e riprende la tournée per la terza stagione consecutiva.